Caos incentivi, il governo ha sbagliato tutto | Errore di Giorgia Meloni, il bonus è un flop totale

Incentivi per auto elettriche 2025 - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it
Annunciati pochi giorni fa, gli incentivi hanno già incontrato parecchi ostacoli. E ora arriva un’altra pessima notizia.
Per aiutare la transizione ecologica, il governo ha deciso di rilanciare gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche. Di fatto ha poi inserito una nuova misura nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Le auto elettriche in Italia fanno ancora fatica ad imporsi. Al momento nel nostro paese sono meno del 5% del parco auto circolante. Si tratta di una cifra ancora bassa e notevolmente inferiore rispetto a quanto si registra in altri paesi europei.
Per questo motivo il governo di Giorgia Meloni ha deciso di istituire gli incentivi auto 2025. I contributi sono importanti e garantiscono ben 11.000 euro per le famiglie che presentano un ISEE sotto i 30.000 euro, ma soltanto in caso di rottamazione di un veicolo inquinante.
Il provvedimento sarà valido fino al 30 giugno 2026 e punta a sostituire 39.000 veicoli a combustione nelle aree più inquinate, utilizzando 597 milioni di euro rimasti inutilizzati da un’altra voce del Pnrr.
Incentivi 2025 per auto elettriche, il retroscena
Questi fondi che sono stati messi a disposizione per l’acquisto di veicoli elettrici derivano dal fallimento dei bandi pubblici dedicati all’installazione di colonnine di ricarica. Dei 639 milioni stanziati inizialmente per installare oltre 21.000 punti di ricarica, a dicembre 2024 solo 96 milioni erano stati effettivamente assegnati.
Si tratta di un flop importante che inizialmente era stato attribuito allo scarso interesse del mercato per l’auto elettrica, ma anche e soprattutto a problemi strutturali nei bandi. Tra questi anche i tempi di esecuzione troppo stretti e una forte difficoltà nella localizzazione dei siti idonei alla loro creazione.

Un errore importante
Gli esperti sottolineano come la scelta di spostare le risorse dagli incentivi per auto elettriche a quelli per colonnine di ricarica sia un errore strategico. La vera priorità al momento resta ancora colmare il divario infrastrutturale. Senza una rete di ricarica capillare e affidabile, la mobilità elettrica non può decollare davvero. La decisione del governo sembra dunque una risposta emergenziale, piuttosto che una visione a lungo termine.
Il percorso degli incentivi non è purtroppo privo di ostacoli. La revisione del Pnrr dovrà ora ottenere il via libera del Parlamento e della Commissione Europea e successivamente saranno necessari i decreti attuativi per rendere operativi gli incentivi. Il timore è che si ripeta quanto avvenuto nel 2024, quando un annuncio prematuro degli incentivi bloccò temporaneamente gli acquisti.