Le batterie usate delle auto elettriche diventano nuova energia | Nasce Pioneer, una svolta per la transizione ecologica in Italia

Batteria auto - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it
Che fine fanno le batterie di auto elettriche usate? Diventano nuova energia, questa volta in aeroporto: ecco la novità.
La novità di cui parliamo oggi è a dir poco clamorosa. È infatti destinata a rappresentare una delle più grandi svolte per l’industria delle auto elettriche, in un momento fondamentale per la transizione ecologica nel nostro paese.
Molti infatti si chiedono che fine facciano le batterie delle auto elettriche, una volta che sono state usate (e che dunque si sono usurate). A volte diventano rifiuti, ma c’è anche chi ha provato una strada diversa in nome della mobilità sostenibile.
Si chiama Pioneer ed è il più grande sistema di accumulo energetico in Italia. Dà una nuova vita alle batterie usate di auto elettriche, segnando una svolta fondamentale per tutto il settore. È un progetto all’avanguardia in fatto di energia rinnovabile e economia circolare.
L’inaugurazione di questo progetto è avvenuta qualche settimana a Fiumicino, più precisamente all’aeroporto Leonardo Da Vinci, dove Pioneer è stato inaugurato. Ecco come funziona e in che modo riutilizza le batterie elettriche usate.
L’aeroporto che funziona con la batterie elettriche usate
L’impianto è costituito da 12 container metallici colorati che racchiudono in totale ben 762 batterie di seconda vita, provenienti da veicoli elettrici Mercedes, Nissan e Stellantis. Sono state raccolte grazie ad una collaborazione tra Aeroporti di Roma, Enel, Loccioni e le Case automobilistiche coinvolte in questo progetto a dir poco rivoluzionario.
Le batterie, che avevano perso circa il 20% della loro capacità origianle, vengono riutilizzate per immagazzinare l’energia prodotta dalla vicina Solar Farm, composta da 55.000 pannelli solari. Con una capacità di accumulo complessiva di 10 MWh, Pioneer consente di alimentare l’aeroporto soprattutto nelle ore notturne, quando manca la luce notturna, contribuendo così alla stabilità energetica dello scalo. Permetterà così di risparmiare 16.000 tonnellate di Co2 nei prossimi dieci anni.

Un progetto rivoluzionario
Il progetto Pioneer è fondamentale per aiutare l’aeroporto di Fiumicino a raggiungere l’obiettivo di “net zero” entro il 2030, obiettivo. Il sistema ha richiesto un investimento di oltre 5,5 milioni di euro, di cui 3 milioni finanziari dall’Unione Europea, e utilizza software avanzati per monitorare il fabbisogno energetico e regolare la distribuzione di energia in base alle necessità.
“Grazie a Pioneer agiamo nell’ottica dell’economica circolare; una necessità per un Paese come il nostro, povero di materie prime, ma da sempre innovatore”, queste le parole del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante l’inaugurazione di Pioneer.