77,40€, Giorgia Meloni annuncia il bollo supplementare: oltre al vecchio paghi anche questo | Ci vogliono dissanguare

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni - mobilitasostenibile.it

Una delle tasse più odiate degli italiani non cambia forma, ma solo frequenza: ora bisogna pagare di più e con cadenza trimestrale.

Quando tutto sembra finalmente quadrare, ecco che arriva una novità a complicare la situazione. Questa volta il protagonista è un numero: 77,47€. Un importo apparentemente innocuo che potrebbe però nascondere qualche sorpresa per molti contribuenti italiani.

Parliamo di bolli, sì, proprio quelle imposte fastidiose che siamo obbligati a pagare. E questo, nello specifico, porta con sé qualche conseguenza imprevista. Ma andiamo con ordine.

I bolli li conosciamo tutti; sono quelle piccole imposte che appiccichiamo a contratti, certificati, dichiarazioni. Oppure a qualcosa di ben più noto, come il bollo auto, che ogni anno ci rincorre puntuale con il suo avviso di pagamento. Finora erano fastidi da calendario, ma gestibili. Il punto è che ora uno di questi, ha cambiato pelle, e anche impatto sul contribuente.

Il bollo supplementare

Ad oggi, a doverlo gestire sono anche imprese, professionisti, studi associati: chiunque emetta una fattura senza IVA e oltre soglia è dentro. Va indicato, tracciato, pagato. Non si sfugge più, e questo comporta molti più costi per chi prima poteva evitarlo (tipo i forfettari). Tutto questo incide.

Parliamo del bollo da 2 euro applicato alle fatture elettroniche senza IVA sopra i 77,47€. C’è sempre stato, vero, ma ora è diventato inevitabile per molti più soggetti. Un tempo bastava emettere la fattura cartacea per restare fuori dal giro. Ora, con l’obbligo di fatturazione elettronica anche per i forfettari, quel bollo diventa routine. Ricordiamo che l’estensione dell’obbligo della fatturazione elettronica ai forfettari è avvenuta con la Legge di Bilancio 2022 (Governo Draghi), ma è diventata effettiva nel 2024 sotto il governo Meloni.

Come se ciò non bastasse, quei 2 euro che prima sembravano inoffensivi, oggi finiscono nel conteggio fiscale e previdenziale, aumentando così le tasse da pagare a fine giugno. Nulla che non ci fosse già, certo, ma oggi è automatico, sistematico, senza margini di distrazione. Ma il peggio arriva quando questo ci si dimentica di parlarlo. Perché come sempre, l’Agenzia delle Entrate bussa alla porta quando è oramai troppo tardi.

Soldi e calcolatrice
Bollo fatture elettroniche – mobilitasostenibile.it

Come funziona il pagamento del bollo e cosa accade se ci si dimentica

Sebbene non sia piacevole, è bene ricordarne le regole. In primo luogo, il pagamento del bollo è trimestrale: entro il 15 del mese successivo alla fine di ogni trimestre. Le scadenze sono fisse: aprile, luglio, ottobre e gennaio. Ma proprio questa costanza può fregare. Perché se dimentichi, la sanzione scatta da sola.

Il pagamento si effettua tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate, accedendo all’area riservata con SPID, CIE o CNS. Da lì, nella sezione ‘Fatture e Corrispettivi’, si trova la voce dedicata al versamento dell’imposta di bollo sulle e-fatture. Il sistema calcola automaticamente l’importo dovuto in base ai documenti emessi, ma è sempre consigliabile fare una verifica incrociata.

Per quanto riguarda l’applicazione in fattura, il bollo va indicato con apposito flag al momento dell’emissione del documento, nella sezione dedicata del gestionale o portale che si utilizza. È possibile addebitarlo al cliente, ma deve essere chiaramente specificato, ad esempio con la dicitura ‘Imposta di bollo addebitata al cliente ex art. 15 DPR 633/72’. Se invece non si vuole ribaltare il costo, resta comunque obbligatorio versarlo all’erario.