Nuovo Codice della Strada, addio multe ZTL: legge già approvata | Quelle vecchie nemmeno vanno pagate

Multe per accesso a ZTL - mobilitasostenibile.it
I Comuni non hanno più diritto di sanzionare i conducenti nelle zone ZTL: cosa dice la legge e perché va seguita.
Sono aumentate le zone ZTL negli ultimi anni, e questo è un dato di fatto. Che si tratti di aree a circolazione vietata o con fasce orarie prestabilite, è innegabile che rappresentino un limite per molti automobilisti.
Chi vive in città sa bene dove si trovano e quali varchi evitare, ma capita di fare una gita fuori porta – per lavoro o per svago – e ritrovarsi recapitata una multa da circa 50€, che cresce se non viene pagata in tempo: dagli 83€ dopo 5 giorni fino a 332€. E non vale nemmeno opporsi e ignorarla, perché si rischia perfino il fermo amministrativo dell’auto. Insomma, con le ZTL non si scherza.
Eppure, l’ultima sentenza ha stravolto le regole, fissando nuovi paletti e dando ai conducenti la possibilità di annullare questo tipo di sanzione, giudicata da molti come insensata.
Perché esistono le ZTL
Partiamo dalla base per capire bene cosa è successo. Il senso delle ZTL non è complicato: ridurre il traffico, abbassare l’inquinamento e rendere le città più vivibili. Tutto qui. In teoria, meno auto nei centri storici vuol dire aria più pulita e meno smog da respirare.
La gestione spetta ai Comuni, che decidono dove piazzarle, quando attivarle e chi può entrare. Ma attenzione: le regole di base non le scrive il sindaco di turno, bensì lo Stato attraverso il Codice della Strada. In soldoni? Il Comune può limare, adattare, aggiungere qualche eccezione, ma non può mai andare controcorrente rispetto a quanto imposto dalla legge nazionale.

Il caso delle multe annullate a Roma
La sentenza che ha fatto discutere nasce proprio nella Capitale. Un automobilista, dopo essersi visto recapitare quattro multe per essere entrato in ZTL con la sua auto ibrida, ha deciso di fare ricorso. Il Comune di Roma, infatti, considerava non autorizzato l’accesso di questi veicoli.
Il giudice di pace però non è stato dello stesso parere. Richiamando l’articolo 7 del Codice della Strada, ha ricordato che i veicoli a propulsione elettrica o ibrida hanno diritto ad accedere liberamente alle ZTL. E a quel punto le sanzioni sono state annullate.
La delibera comunale non può scavalcare una legge nazionale. Vale la gerarchia delle fonti, e la norma statale resta superiore a qualsiasi regolamento locale. In altre parole, i Comuni non possono inventarsi divieti in contrasto con quanto stabilito a livello nazionale. Ma alt, c’è un’eccezione: la legge sull’accesso libero riguarda solo le ZTL istituite dopo il 2018. Quelle più vecchie, invece, restano un terreno scivoloso: qui la decisione spetta ai singoli Comuni, che possono scegliere se consentire o meno l’ingresso alle ibride.
E quindi come si fa a saperlo? In teoria basta controllare la delibera comunale che ha istituito la ZTL, dove è indicata la data di attivazione e il regolamento in vigore. In pratica, invece, tocca spesso andare sul sito del Comune o rivolgersi alla polizia locale per avere conferma. Non proprio comodissimo, ma ad oggi è l’unico modo per capire se la multa può davvero essere contestata o no.