Batterie auto elettrica e ricarica bidirezionale: ecco lo studio che chiarisce l’impatto reale | Verdetto V2G

Auto elettrica in carica (Instagram) -mobilitasostenibile.it
L’adozione del vehicle-to-grid, ovvero l’uso delle batterie delle auto elettriche per restituire energia alla rete, ha sollevato negli anni molti interrogativi sul potenziale impatto negativo sulla durata delle celle.
Se da un lato le prospettive e i vantaggi di questa tecnologia sono diversi , con Volkswagen ad una esempio che la introdurrà già a partire da questo autunno, dall’altro spesso si è sollevato il dubbio che cicli di carica e scarica aggiuntivi possano accelerare l’invecchiamento delle batterie. Il rischio è che si comprometta la longevità e il valore residuo del veicolo.
Una perplessità che ridimensionerebbe la convenienza di questa tecnologia. Uno studio condotto da The Mobility House, azienda attiva nei sistemi di ricarica intelligenti, in collaborazione con ISEA Institute della RWTH di Aquisgrana, ha analizzato il problema fornendo risposte chiare sull’argomento.
L’indagine ha analizzato il comportamento di diversi tipi di celle per auto elettriche, tra cui cilindriche, pouch e prismatiche, sottoponendole a tre scenari di ricarica distinti in laboratorio. Il primo, chiamato ricarica immediata, simula la connessione diretta del veicolo alla rete con carica fino al 100%.
Il secondo, denominato V1G, rappresenta una ricarica intelligente e programmata in base alle esigenze. Il terzo scenario, infine, ha previsto la ricarica bidirezionale, quella tipica dei sistemi V2G. Tutti i test sono stati effettuati a 11 kW, con una simulazione di durata pari a dieci anni.
Ricarica bidirezionale: la verità sull’impatto della batteria elettrica
I risultati mostrano che la ricarica intelligente riduce sensibilmente il degrado della batteria rispetto alla ricarica immediata. Secondo le proiezioni, dopo dieci anni si registra un invecchiamento tra il 3,3% e il 6,8%.
Numeri che vanno letti nel contesto del risparmio di energia che può arrivare fino a 3,6 kWh su una batteria da poco più di 50 kWh. Questo si traduce in un’autonomia residua superiore di circa 18 km secondo il ciclo WLTP.

I risultati ufficiali dello studio sulla ricarica bidirezionale
Diverso è il comportamento del V2G, che non offre vantaggi in termini di longevità, ma nemmeno effetti negativi. L’aggravio stimato è compreso tra 1,7% e 5,8% con una perdita di capacità che può oscillare tra 0,9 kWh e 3,1 kWh, riducendo l’autonomia prevista a circa 264 km.
Un impatto contenuto, che secondo gli autori potrebbe essere mitigato dal fatto che i cicli V2G non comportano quasi mai cariche e scariche complete e sono gestiti in modo molto controllato.