Flop auto elettriche, Eni “stacca la spina” all’Italia | Bocciatura ufficiale

Carica auto elettrica (Instagram) - mobilitasostenibile.it
Il futuro è nero per l’ auto elettrica in Italia. Gli incentivi aggiungeranno qualcosa ai numeri di quest’anno, ma non basteranno a colmare il nostro ritardo rispetto all’obiettivo del 2030. Ecco l’annuncio della fondazione ENI.
Il messaggio non è certo ottimistico e lo lanciato lo studio della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM). La fondazione finanziata dal colosso petrolifero ne ricava questa conclusione: “C’è da attendersi che la discussione sui regolamenti UE in capo ai costruttori automobilistici, che entrerà nel vivo nei prossimi mesi, sarà caratterizzata da maggior realismo”.
Le immatricolazioni di autovetture elettriche in Italia, esordisce il working paper dal titolo “What Hinders Electric Vehicle Diffusion? Insights from a Neural Network Approach”, “stanno procedendo molto più speditamente rispetto agli anni scorsi (quasi il 29% rispetto ai primi sette mesi del 2024, con una quota di mercato del 5,2%)”.
E l’impatto dei nuovi incentivi “a fronte di uno stanziamento di 597 milioni di euro – chiosa Antonio Sileo, Direttore del programma di ricerca Sustainable Mobility presso la Fondazione – è stimato in 39 mila autoveicoli”.
Aumento “organico” delle vendite nei primi sette mesi 2025 ed effetto incentivi potrebbero suggerire che qualcosa si muove anche nella disastrata Italia, non sembra. O quantomeno sollecitare un rinnovato impegno per raggiungere o almeno avvicinare gli obiettivi che ci siamo auto imposti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) aggiornato nel 2024 da questo Governo? Nient’affatto: la Fondazione dell’Eni decreta che gli “obiettivi europei restano lontanissimi per non dire irraggiungibili’.
Auto elettriche, l’Eni boccia l’Italia
A queste conclusioni i ricercatori della FEEM giungono con un “approccio innovativo basato su reti neurali artificiali”.
Questa tecnologia che “oltre a identificare i principali ostacoli alla diffusione dei veicoli elettrici, segnalano l’utilità di approcci integrati, che vadano oltre le sole politiche di incentivazione, e confermano il troppo e troppo rapido slancio richiesto dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea”.

Gli incentivi non bastano: annuncio ufficiale Eni
Insomma, non siamo noi indietro, ma sono gli altri troppo avanti. Quindi lasciate ogni speranza intorno alle auto a zero emissioni: gli italiani non le vogliono e, semmai, preferiscono le ibride.
Un concetto che il working paper esprime così: ‘Tenendo conto al contempo delle realtà del mercato e del comportamento dei consumatori” occorrerebbe una progettazione “più efficace delle politiche per accelerare l’adozione della mobilità sostenibile” che dia “priorità a queste aree per massimizzare l’impatto.”