Posto di blocco, con questo trucco ti lasciano andare: basta usare queste due paroline magiche | Sta scritto sul codice della strada

Posto di blocco

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Non servono avvocati né formule misteriose: bastano due paroline, scritte nel Codice della Strada, per ribaltare le multe e mettere in difficoltà i Comuni.

La scena è sempre la stessa: lampeggiante blu nello specchietto, paletta che si alza, e tu che già pensi al peggio. Il cuore accelera, la mano va istintivamente verso il portafoglio e già immagini la cifra stampata sul verbale. Al posto di blocco la formula magica è sempre stata ‘patente e libretto’, ma c’è chi giura che adesso a farti passare indenne potrebbero essere altre due parole, meno note e molto più potenti. Stavolta a favore del conducente, non contro di lui.

Non parliamo di trucchi da bar né di furbizie all’italiana: qui ci sono regolamenti veri, con sentenze della Cassazione a fare da scudo, e che stanno già spazzando via migliaia di verbali. Una falla burocratica che, se conosciuta, può fare la differenza tra un portafoglio alleggerito e una multa ridotta in polvere.

Le due paroline che ti salvano la patente

La Corte di Cassazione, con una sentenza del 19 aprile 2024, ha chiarito una volta per tutte: ‘omologazione’ e ‘approvazione’ non sono sinonimi. La prima è un controllo tecnico rigoroso che certifica l’affidabilità dello strumento, la seconda è una semplice verifica di conformità alle norme. Tradotto? Se l’autovelox che ti ha immortalato è solo approvato e non omologato, il verbale è nullo.

Una sottigliezza di cui si parla da tempo e che ad oggi ha aperto la strada a un fiume di ricorsi, con Giudici di Pace pronti a dare ragione agli automobilisti e Comuni che, nel dubbio, hanno preferito spegnere i dispositivi. Da luglio, però, la questione è diventata ancora più semplice. Chiunque potrà vedere lo stato dell’apparecchio, grazie a qualche click. Ed è lì che, le famose paroline, avranno finalmente valore.

Autovelox mobile su strada con pattuglia
Autovelox mobili: valgono le stesse regole di quelli fissi contenute nel nuovo Decreto – mobilitasostenibile.it

Perché adesso la situazione cambia davvero

Fino a ieri era solo un cavillo da usare in tribunale, ma dal luglio 2025 il discorso è diventato concreto. Con il nuovo Decreto Infrastrutture, tutti i Comuni hanno l’obbligo – entro il 17 settembre – di comunicare al Ministero marca, modello e stato di omologazione di ogni autovelox. Se non lo fanno, i dispositivi diventano illegittimi e non possono più essere usati per multare.

Per la prima volta sarà attiva una piattaforma pubblica del MIT, dove chiunque potrà verificare lo stato dell’apparecchio che lo ha pizzicato. E sì, l’obbligo riguarda anche i dispositivi mobili usati dalle pattuglie, non solo le colonnine fisse: tutto dovrà essere censito e risultare in regola, altrimenti la multa cade in partenza. Una rivoluzione che mette sotto pressione gli enti locali: o aggiornano i dati, o rischiano di vedersi annullare le contravvenzioni a catena.

Morale della favola: sebbene sembra quasi una sfida contro le stesse forze dell’ordine, è un diritto dello stesso conducente sapere se il dispositivo utilizzato è effettivamente in regola. Per legge. Da oggi, all’automobilista accusato di aver superato il limite di velocità con tanto di segnalazione da un dispositivo mobile, conviene chiedere ‘favorisca omologazione’. Perché se l’autovelox non è in regola, la multa cade da sola. E nel frattempo, milioni di automobilisti hanno finalmente capito che certe paroline, più che magiche, possono essere esplosive.