Addio autovelox: “Non dovete pagare neanche le vecchie multe” | L’ha appena deciso la cassazione

Autovelox e sanzioni - mobilitasostenibile.it
La Corte di Cassazione ha stabilito che le vecchie multe prese con sistemi di autovelox non andranno pagate: parte lo stralcio.
Tra i temi caldi di questo periodo, come non citare gli autovelox: quelli che oggi stanno diventando sempre più spietati grazie ai sistemi di Intelligenza Artificiale, gli stessi che ieri hanno causato non pochi danni per colpa di una normativa poco chiara e ancor meno compresa dai Comuni.
E ora, al centro dell’attenzione dei conducenti, tornano loro: le contestazioni. Molti pensano che procedure come queste siano lunghe e poco convenienti, soprattutto quando il rischio è quello di perdere la causa. Ed è qui che la Cassazione ha deciso di fare chiarezza: non solo è legittimo contestarli, ma in certi casi è persino consigliato farlo.
Ma attenzione: come sempre, non vale per tutti. Niente sermoni burocratici, vediamo come stanno davvero le cose oggi.
Autovelox e sanzioni: la Cassazione mette uno stop
Come si discute da mesi, con l’ordinanza n. 1332 del 14 maggio 2025, la Suprema Corte ha stabilito che le multe rilevate con autovelox non omologati sono nulle. È una decisione storica, che chiarisce una volta per tutte la differenza tra ‘approvazione’ e ‘omologazione’: la prima serve solo a immettere il dispositivo sul mercato, la seconda ne certifica la precisione e il corretto funzionamento, rendendo validi i dati raccolti.
Molti Comuni, però, hanno usato apparecchi semplicemente ‘approvati’, in contrasto con l’articolo 142 del Codice della Strada, che parla esplicitamente di “debita omologazione”. Da qui la valanga di ricorsi e la decisione della Cassazione di annullare i verbali, smentendo anche la circolare del Ministero dell’Interno del gennaio 2025, che tentava di equiparare i due concetti.
In pratica, se il verbale non riporta il numero del decreto di omologazione, la multa può essere impugnata. E chi ha pagato, potrebbe perfino chiedere il rimborso. Ma qui sorge spontaneo chiedersi: come fa un comune cittadino a sapere queste informazioni tecniche su un dispositivo?

La nuova normativa e come capire se l’autovelox è regolare
Il Ministero delle Infrastrutture ha predisposto un nuovo decreto tecnico per regolare taratura e omologazione, ma il testo è stato sospeso per le troppe criticità. Nella bozza si prevedeva che tutti gli autovelox approvati dopo il 13 giugno 2017 fossero considerati ‘omologati d’ufficio’, per evitare il blocco delle sanzioni. Peccato che, su oltre cento modelli in uso, solo dodici siano realmente conformi.
Ma veniamo al punto: come fa un automobilista a sapere se l’autovelox era in regola?
La verifica è semplice: controllare sul verbale il numero del decreto di omologazione; consultare l’elenco ufficiale dei dispositivi sul sito del Ministero; oppure richiedere accesso agli atti al Comune o all’ente gestore.
Se il modello non è nell’elenco ministeriale o il verbale non riporta l’omologazione, la multa è contestabile anche senza avvocato, con un ricorso al Giudice di Pace.
Morale? Bastano pochi minuti per scoprirlo. E con la Cassazione dalla parte dei conducenti, leggere le note in piccolo può davvero fare la differenza.