Addio Valentino Rossi, salutiamo tutti il 46: non c’è stato niente da fare | È la fine
Valentino Rossi (credit: By motoracereports - Picasa Web Albums, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10749494) - mobilitasostenibile.it
I fan di Valentino Rossi celebrano l’addio di un’icona che ha emozionato milioni di persone: la notizia è tutt’ora difficile da digerire.
Ci sono notizie che uno non vorrebbe mai leggere. Quelle che, anche solo per un istante, ti lasciano con il fiato sospeso. È successo davvero? Possibile che, dopo tutto, sia arrivato il momento dell’addio? In fondo, sembrava eterno. Il 46 che non si arrendeva mai, l’uomo che faceva sembrare semplice anche una curva impossibile.
Eppure, sui social e tra i forum di appassionati, non si parla d’altro. “Ce l’hanno portato via”, scrivono. Parole che pesano. E anche se in molti faticano a crederci, quello che è successo è realtà, anche se ci vorrà tempo per digerirlo.
Una leggenda che non si ferma
Lui, Valentino Rossi, è stato l’eroe di generazioni cresciute con il rombo delle due ruote nelle orecchie e il numero giallo negli occhi. Da Honda a Yamaha, dalle sfide epiche ai sorpassi scolpiti nella memoria. Un campione che non ha mai davvero smesso di correre, nemmeno quando le moto sembravano avergli detto tutto.
Oggi, però, il Dottore chiude un capitolo importante. Un addio vero, ma non quello che temevamo. E così, in concomitanza con i suoi 46 anni – un numero che più simbolico non si può – arriva la notizia che ha mandato in tilt i fan.

L’omaggio al 46 che non si spegne mai
La pista resta, il casco pure – solo che cambia il motore. È il suo modo di salutare la vecchia vita da pilota Yamaha e aprirne una nuova con chi ha deciso di celebrarlo come si deve. Perché Valentino non si ferma, semplicemente cambia terreno: dalle curve di Misano alle linee eleganti di un cofano firmato BMW.
Proprio nell’anno in cui ha compiuto i 46, ha dovuto dire il suo addio a quel numero. Il celebre 46, infatti, è stato ufficialmente ritirato dalla MotoGP nel 2022: nessun altro pilota potrà mai usarlo. Un gesto che ha reso quel numero sacro, ma anche un po’ distante – almeno finché il destino, ironico come lui, non ha deciso di restituirglielo in un altro modo.
BMW gli dedica un modello unico: la M4 CS Edition V46, 46 esemplari in tutto il mondo, 550 cavalli, 302 km orari e 3,4 secondi da zero a cento. Un mostro elegante, potente e interamente firmato in suo onore, con dettagli gialli che richiamano la sua storia e il suo carattere.
Un tributo, più che un addio. Un modo per dire che il mito non si spegne, semplicemente cambia rumore. Perché Valentino Rossi non lo portano via davvero: si limita a parcheggiare la moto e a salire su una leggenda nuova di zecca, fatta di quattro ruote, lo stesso inconfondibile numero – che torna a vivere con lui – e quella scintilla che, da trent’anni, non ha mai smesso di accendersi.
