Posso caricare l’auto elettrica con una prolunga collegata a casa mia? | Se i vigili ti beccano ti levano pure le mutande

Posso caricare l’auto elettrica con una prolunga collegata a casa mia? | Se i vigili ti beccano ti levano pure le mutande

Auto elettrica caricata da una ciabatta per strada @welcometofavelas

Un video diventato virale mostra un’auto elettrica alimentata con una “ciabatta” fatta scendere da un appartamento al piano superiore: ma la ricarica fai-da-te può nascondere seri rischi legali e per la sicurezza.

Secondo quanto documenta Fanpage, nelle strade di Roma è comparsa un’immagine di quelli che potremmo chiamare “sistemi artigianali” di ricarica: una prolunga, con ciabatta elettrica, calata da una finestra al primo piano fino alla vettura parcheggiata sotto. Una soluzione spontanea e apparentemente economica per chi non ha garage o colonnine a portata di mano, ma che nasconde rischi concreti — sia sul fronte della sicurezza che su quello della legalità dell’impianto elettrico.

Il problema non è solo estetico: come spiegano esperti del settore, ricaricare un’auto elettrica richiede un impianto e cavi certificati, in grado di gestire alte correnti per diverse ore. Usare una prolunga comune o una ciabatta — pensate per piccoli elettrodomestici — può provocare surriscaldamenti, cortocircuiti o addirittura incendi. Diverse guide sulla mobilità elettrica sconsigliano fermamente queste soluzioni “casalinghe”, ritenendole non conformi agli standard richiesti per la ricarica sicura. Inoltre la normativa italiana prevede che l’impianto domestico debba essere a norma; se non lo è, le assicurazioni e le certificazioni possono non coprire eventuali danni.

I rischi concreti di una ricarica impropria

Tra i principali pericoli legati all’uso di una prolunga o ciabatta per ricaricare un’auto elettrica ci sono il surriscaldamento del cavo — che può diventare un punto d’incendio — e l’instabilità nel flusso elettrico, con picchi di corrente che possono danneggiare la batteria o l’elettronica del veicolo. Le regole di sicurezza, ricordano gli addetti ai lavori, richiedono un collegamento diretto e protetto, preferibilmente tramite una stazione di ricarica adeguata (come una wallbox), che garantisca protezione, messa a terra e controllo dell’erogazione di corrente. In molti casi, prolunghe e ciabatte non rispettano questi standard, rendendo l’operazione rischiosa e potenzialmente pericolosa.

Chi sceglie questa strada “fai-da-te” deve sapere anche che le norme condominiali o di sicurezza locali possono vietare simili installazioni, soprattutto se comportano un cavo voltato su spazi comuni o pubblico passaggio. In caso di controlli, l’autorità potrebbe considerare la ricarica abusiva o non sicura — con conseguenze legali o multe — e, in caso di incidente, la responsabilità potrebbe ricadere sul proprietario dell’immobile.

Ricarica-auto-elettrica-Foto-di-Kindel-Media-su-Pexels-MobilitàSostenibile.it
Ricarica-auto-elettrica-Foto-di-Kindel-Media-su-Pexels-MobilitàSostenibile.it

Le alternative consigliate e cosa fare davvero

Per chi possiede un’auto elettrica e vuole evitare rischi, la soluzione più sicura e raccomandata resta l’installazione di una wallbox domestica, ovvero una stazione di ricarica dedicata, dove possibile. Questa garantisce le condizioni elettriche adeguate, la messa a terra, protezioni e un funzionamento stabile, senza la necessità di prolunghe o adattatori temporanei. Se non si ha la possibilità di una wallbox, gli esperti suggeriscono almeno di verificare l’impianto elettrico, evitare ricariche improvvisate e favorire punti pubblici autorizzati o colonnine certificate.

In molti casi, la ricerca del risparmio o della comodità può trasformarsi in un grave problema di sicurezza e responsabilità: prima di collegare un’auto elettrica con una prolunga, vale la pena pensare bene a quello che si rischia davvero.