Auto elettriche e bollo: le differenze tra Regione e Regione che incidono sul portafoglio | il paradosso italiano

Bollo auto (pexels)

Bollo auto (pexels)

In Italia chi acquista un’auto elettrica non paga sempre lo stesso bollo: le regole cambiano da Regione a Regione e possono incidere in modo rilevante sul portafoglio, creando un paradosso che penalizza alcuni automobilisti e ne favorisce altri a seconda del luogo di residenza.

Secondo quanto chiarito dall’ACI, il bollo auto è un tributo regionale e questo significa che, pur partendo da un quadro normativo nazionale comune, ogni Regione ha ampi margini per decidere esenzioni, riduzioni e durata dei benefici. Nel caso delle auto elettriche, considerate a basse o nulle emissioni, questa autonomia ha prodotto un mosaico di regole molto diverse, spesso difficili da comprendere per chi acquista un veicolo pensando di risparmiare automaticamente.

Il risultato è che due cittadini che comprano la stessa identica auto elettrica, nello stesso anno, possono pagare cifre completamente diverse nel corso del tempo solo perché risiedono in Regioni differenti. Un paradosso tutto italiano, che entra in gioco dopo l’entusiasmo iniziale dell’acquisto e che incide sui costi di gestione a medio e lungo termine.

Esenzioni e durata: perché non tutte le Regioni trattano allo stesso modo l’auto elettrica

Il primo elemento che crea differenze è la durata dell’esenzione dal bollo. In alcune Regioni l’auto elettrica gode di esenzione totale permanente, mentre in altre il beneficio è limitato nel tempo. Ci sono territori che prevedono l’azzeramento del bollo per cinque anni dalla prima immatricolazione e, allo scadere di questo periodo, applicano una tariffa ridotta. In altri casi, invece, l’esenzione è solo temporanea e dopo pochi anni il bollo torna ad essere dovuto.

Questa distinzione ha un impatto economico concreto. Chi vive in una Regione con esenzione permanente non dovrà mai pagare il bollo per tutta la vita dell’auto, mentre chi risiede altrove dovrà iniziare a versarlo dopo un certo numero di anni. La scelta della Regione pesa quindi quanto la scelta del modello, soprattutto per chi tiene l’auto a lungo.

Un altro aspetto riguarda il modo in cui viene calcolato il bollo quando l’esenzione termina. Alcune Regioni applicano una tariffa simbolica, altre prevedono una percentuale del bollo ordinario calcolato sui kilowatt del motore elettrico. Questo significa che, a parità di potenza, l’importo annuo può variare sensibilmente anche dopo la fine del periodo di favore.

Le differenze non si fermano qui. Alcune Regioni estendono le agevolazioni anche ai veicoli ibridi, altre no. Alcune prevedono incentivi aggiuntivi per chi rottama un’auto inquinante, altre limitano il beneficio alle sole elettriche pure. Dal punto di vista del cittadino, il quadro appare frammentato e poco intuitivo, perché non esiste una regola uniforme valida su tutto il territorio nazionale.

Banconote (pexels)
Banconote (pexels)

Il paradosso italiano: quando l’auto “green” costa di più a seconda di dove vivi

Il paradosso emerge con chiarezza quando si confrontano le spese nel lungo periodo. Un’auto elettrica viene spesso scelta anche per ridurre i costi fissi, tra carburante, manutenzione e tasse. Tuttavia, il bollo può diventare una voce inattesa per chi vive in una Regione meno generosa con le esenzioni.

In alcune aree d’Italia, dopo la fine del periodo di agevolazione, il bollo per un’auto elettrica può raggiungere importi non trascurabili, soprattutto per modelli con potenze elevate. Questo contrasta con l’idea diffusa che l’elettrico sia sempre e comunque “esente”, un’aspettativa che non trova riscontro uniforme nella realtà normativa regionale.

Il paradosso è evidente anche sul piano delle politiche ambientali. Mentre a livello nazionale e europeo si spinge verso la diffusione dei veicoli a zero emissioni, le differenze regionali rischiano di rallentare questa transizione, creando incertezza nei consumatori. Chi valuta l’acquisto di un’auto elettrica deve informarsi non solo sugli incentivi statali, ma anche sulle regole locali che entreranno in gioco negli anni successivi.

Secondo l’ACI, proprio questa frammentazione rende più difficile per gli automobilisti pianificare i costi. Il bollo, essendo una tassa ricorrente, incide sul bilancio familiare anno dopo anno. Una differenza di poche centinaia di euro all’anno, moltiplicata per diversi anni, può cambiare in modo significativo il costo totale di possesso dell’auto.

Il tema apre anche una questione di equità. Due cittadini con lo stesso reddito e lo stesso veicolo contribuiscono in modo diverso solo per la collocazione geografica. Questo alimenta la percezione di un sistema poco omogeneo, in cui la spinta alla mobilità sostenibile non è accompagnata da una fiscalità coerente su scala nazionale.

Il “paradosso italiano” sta quindi tutto qui: l’auto elettrica viene promossa come scelta ecologica e conveniente, ma il risparmio reale dipende fortemente dalla Regione di residenza. Finché il bollo resterà una competenza regionale senza criteri uniformi, le differenze continueranno a pesare sul portafoglio degli automobilisti.

Per chi sta pensando di passare all’elettrico, il consiglio implicito è uno solo: informarsi prima. Non basta guardare incentivi e prezzi di listino, ma occorre verificare le regole regionali sul bollo, perché è proprio lì che, nel tempo, si nasconde una parte importante del costo. In un Paese che punta alla transizione ecologica, questa disomogeneità resta uno dei nodi più evidenti e meno compresi.