Abolite le strisce bianche: se parcheggi ti trovi il finestrino sfondato | È ufficiale

Strisce bianche - mobilitasostenibile.it
Il bianco scompare, il blu avanza, e intanto i finestrini saltano: due facce di un’Italia che cambia parcheggio.
C’è un’Italia che, parcheggiando, sente di giocare d’anticipo contro due avversari molto concreti. Da una parte la sosta sempre più a pagamento, con piani comunali che cancellano progressivamente il ‘bianco’ gratuito.
Dall’altra, la strada che di notte non perdona: vetri spaccati e abitacoli svuotati, danni che volano in poche ore. Non è allarmismo, è la somma di decisioni amministrative e cronache di quartiere.
Per capire dove stiamo andando conviene guardare entrambe le facce: la regolamentazione della sosta e i numeri che dicono quanto lasciare l’auto per strada stia diventando un azzardo.
L’eliminazione delle strisce bianche
Milano ha già tracciato la rotta: eliminazione graduale dei parcheggi gratuiti e sostituzione con stalli blu e gialli. L’obiettivo dichiarato è scoraggiare la sosta lunga nelle aree centrali e destinare gli introiti a manutenzioni e mobilità. A inizio 2025 il piano è stato confermato e la sintesi resta: ‘via il gratis, restano blu e gialle’.
Anche Roma ha scelto la stessa strada. Il Campidoglio ha deliberato 30mila stalli a pagamento, in particolare nell’anello ferroviario. La logica non cambia: ridurre le auto dormienti e finanziare i servizi pubblici. La transizione coinvolge interi quartieri, non solo il centro storico.
Sullo sfondo, c’è la finalità più ampia, ossia quella di ridurre le soste a tempo indefinito, aumentare il turnover vicino a negozi e uffici, spingere chi può verso mezzi alternativi come i parcheggi improvvisati su marciapiedi e zone poco controllate.
E sul fronte sicurezza? I due piani sono collegati da un filo sottile, non da un automatismo. Meno ‘bianco’ regolamentato significa, spesso, più auto su stalli liberi e meno presidiati.

Parcheggiare in strada è più rischioso
Non è l’assenza delle strisce bianche a rompere i vetri. Il punto è che, riducendosi il ‘bianco’, più auto finiscono in stalli liberi e poco presidiati – spesso bui e isolati – e lì il rischio sale. E anche fossero parcheggi regolari, il controllo è pressocché nullo.
I dati nazionali indicano furti in aumento e recuperi in calo: è il segnale di un mercato nero vivace che cerca occasioni facili, soprattutto dove la sorveglianza è scarsa.
Gli episodi lo mostrano: raid in centro a Firenze con decine di vetri spaccati in una notte, colpi seriali a Ostia nei parcheggi di spiaggia. Non è dunque un caso isolato, ma un copione che ritorna.
Le condizioni tipiche sono sempre le stesse: zone poco illuminate e oggetti in vista, passaggi rapidi, intervento difficile. Telecamere e luci aiutano a dissuadere, ma da sole non bastano senza pattugliamenti e aree custodite. Quelle dove le strisce (se ci sono) rimangono bianche.
La risposta, però, non è solo ‘più telecamere’, ma un mix di sosta regolamentata, illuminazione, vigilanza e scelte consapevoli su dove lasciare l’auto. Perché se davvero parcheggiare sta diventando un’impresa, almeno farlo in maniera sicura deve rimanere un diritto.