ADDIO AUTOVELOX, la cassazione si espressa: non dovete pagare neanche le multe che già avete ricevuto

Addio autovelox e rimborso sulle sanzioni - mobilitasostenibile.it
Milioni di sanzioni annullate in questo periodo: la Cassazione ribadisce quali autovelox non sono a norma.
Sono mesi che la questione autovelox risuona come un dubbio nella testa di milioni di automobilisti. Mesi in cui il Codice della Strada sembra presentare delle lacune – o forse, più realisticamente, a mancare sono i Comuni, che con l’installazione degli apparecchi non sempre sono riusciti a rispettare la normativa.
Mesi in cui i cittadini hanno chiesto chiarezza, qualcuno è addirittura arrivato a distruggere i dispositivi, mentre i Comuni lamentano una perdita economica causata soprattutto dai numerosi ricorsi. Nel frattempo, i giudici hanno cominciato ad annullare verbali a raffica, riconoscendo che molti autovelox erano posizionati in modo irregolare, non segnalati correttamente o mai autorizzati.
Autovelox, la Cassazione chiarisce quando la multa è nulla
Da diverso tempo se ne parla, ma dopo molte chiacchere e mille dubbi, la nuova miccia l’ha accesa la Corte di Cassazione, e da lì è partita una reazione a catena. Con l’ordinanza n. 1332/2025, pubblicata il 14 maggio 2025, la Suprema Corte ha annullato ben 13 verbali per eccesso di velocità, stabilendo che la rilevazione tramite autovelox non omologati è da considerarsi illegittima.
Non è la prima volta che accade: lo stesso principio era stato affermato anche nel 2024, ma ora la Cassazione lo ha ribadito con ancora più forza. Secondo i giudici, approvazione e omologazione non sono la stessa cosa. La prima riguarda l’immissione sul mercato, la seconda certifica la correttezza tecnica dello strumento e la sua capacità di produrre prove valide.
Non basta quindi che il dispositivo sia ‘approvato’: serve una verifica specifica che lo renda omologato, come previsto dall’articolo 142 del Codice della Strada. In mancanza, le multe diventano carta straccia. E anche i punti decurtati possono essere restituiti. Per ovviare a questo, il Ministero dei trasporti aveva attuato un piano. Eppure, anche qui non è andata bene.

Il pasticcio del decreto e il rischio per le casse dei Comuni
Per cercare di mettere ordine, il Ministero dei Trasporti ha preparato uno schema di decreto con nuove regole su taratura, requisiti tecnici e omologazione degli autovelox. Peccato che lo stesso Ministero, il 23 marzo, abbia sospeso tutto.
Il motivo? Il decreto prevedeva una sanatoria mascherata: tutti gli autovelox approvati dal 13 giugno 2017 in poi sarebbero stati considerati ‘omologati d’ufficio’, senza bisogno di verifiche reali. Una mossa che avrebbe salvato centinaia di dispositivi a rischio ricorso. Ma c’era un problema: solo 12 modelli su oltre 100 risultano realmente omologabili in base a questi criteri. Gli altri rischiano di essere disattivati, e le multe cancellate.
Per molti Comuni significherebbe perdere milioni di euro in sanzioni. La situazione ad oggi? Mentre gli automobilisti fanno ricorso, i sindaci tremano.