Addio radio in auto, da fine anno puoi usare solo Spotify per sentire la musica: è la fine di un’era

Addio alla radio in auto - mobilitasostenibile.it
Le radio in auto diventeranno ben presto un dolce ricordo: cosa accadrà il prossimo anno e perché questo nuovo paletto.
Quella voce insistente delle trasmissioni radiofoniche, a volte, può diventare fastidiosa. È vero: capita di cambiare stazione perché tutto ciò che desideriamo è solo un po’ di musica.
Ma nelle giornate più grigie, quella stessa voce diventa una compagnia silenziosa, capace di strapparci un sorriso o di avvertirci in tempo reale su ciò che accade nel Paese e nel mondo.
Non è come quel brano che, talvolta, sentiamo il bisogno di ascoltare dieci volte di fila, certo, ma resta altrettanto preziosa per tenerci connessi con la realtà – che sia grazie a una nuova proposta musicale o a una battuta, magari di dubbio gusto, del conduttore. Eppure, tutto questo diventerà a breve un dolce ricordo, a meno che l’Unione Europea non si batta per fermarlo.
Non più autoradio, ma solo un display per Spotify e company
“Gli italiani che ascoltano quotidianamente la radio in auto sono circa 26 milioni” – ricorda il commissario Agcom Massimiliano Capitanio – eppure il rischio di perderla è più concreto che mai. Alcune case automobilistiche, comprese quelle che producono le piccole elettriche tanto amate dai neopatentati, stanno già immettendo sul mercato modelli senza la classica autoradio. Al suo posto, un semplice display con interfaccia USB, pensato per collegare lo smartphone e accedere a piattaforme digitali.
Il fenomeno tocca soprattutto le citycar e le piccole elettriche pensate per i più giovani, dove al posto della radio tradizionale arrivano un display minimal o una porta USB che, di fatto, diventa la ‘chiavetta per Spotify e company’.
Basta guardare la nuova Citroën C3 in allestimento ‘You’ (anche in versione elettrica ë-C3): niente infotainment integrato, ma una ‘Smartphone Station’ per ascoltare musica via app. Stesso discorso per la C3 Aircross YOU, dove la radio passa direttamente dal telefono collegato. Ancora più radicali le micro-elettriche come la XEV YOYO e la Citroën Ami, che rinunciano del tutto all’FM o al DAB, sostituendoli con un supporto per smartphone e connessione Bluetooth. Eppure, c’è chi questo ‘progresso’ sta cercando di fermarlo.

La proposta per fermare la scomparsa della radio in auto
Secondo Capitanio, senza un intervento deciso “non sono a rischio solo migliaia di posti di lavoro, ma anche un fondamentale presidio della nostra democrazia”. L’Agcom ha inviato una segnalazione ufficiale al Governo per chiedere un’azione immediata, mentre in Parlamento si discute di un provvedimento che obblighi i costruttori a garantire, su ogni nuova auto venduta in Italia, almeno la ricezione FM o DAB.
Per l’Autorità, la radio resta “uno strumento di intrattenimento e informazione che va tutelato”, soprattutto in un’epoca in cui la connettività non è sempre garantita. La rete FM, infatti, rappresenta ancora un’infrastruttura sicura e indipendente, capace di funzionare anche in caso di emergenze o blackout digitali. Un dettaglio da non sottovalutare.