Agenzia delle entrate, arriva la raccomandata verde foglia: vogliono le tasse degli anni passati anche se le hai già pagate | La stanno mandando a tutti
Raccomandata verde - mobilitasostenibile.it
Da Nord a Sud stanno arrivando centinaia di buste verdi: dentro ci sono vecchi bolli e multe già saldate, ma lo Stato le rivuole indietro.
Negli ultimi giorni, centinaia di automobilisti si sono ritrovati tra le mani una busta verde che sa di problemi. Dentro, un messaggio secco e perentorio: pagare tasse o bolli di anni passati. E non di pochi. In molti casi, infatti, la richiesta arriva dopo quasi dieci anni, spesso a persone convinte di aver già sistemato tutto.
Quella che sembra una semplice raccomandata si trasforma così in un piccolo terremoto burocratico, capace di risvegliare ansie, rabbia e una buona dose di confusione. Sui social l’hanno già battezzata ‘raccomandata killer’: un nome che fa sorridere solo a metà, perché l’effetto che provoca è tutt’altro che leggero.
E sì, non riguarda solo il bollo. Tra le lettere spuntano anche multe e cartelle esattoriali, in molti casi legate a vecchie posizioni già chiuse o prescritte.
Perché arrivano richieste di pagamento già saldate dopo così tanto tempo
Le cosiddette ‘raccomandate verdi’ (quelle utilizzate per notifiche ufficiali e atti amministrativi o giudiziari) stanno partendo da Regioni e Agenzia delle Entrate Riscossione, che stanno riesaminando pratiche ferme da anni.
Secondo le prime ricostruzioni, molti degli avvisi riguardano bolli dal 2017 al 2019: non vere e proprie omissioni, ma errori o disallineamenti nei sistemi informatici. Basta un pagamento registrato su un conto errato, un dato mancante o una comunicazione mai aggiornata per far risultare il tributo come ‘non versato’.
Nel frattempo, chi riceve la lettera si trova a dover dimostrare la propria regolarità, cercando vecchie ricevute o estratti conto in qualche cassetto dimenticato. E così, tra ansia e burocrazia, riaffiora la domanda più naturale: ma davvero devo pagare di nuovo?

Quando il passato torna a bussare (anche con multe e cartelle)
Ripassiamo due concetti fondamentali. La tassa automobilistica si prescrive dopo tre anni, a meno che nel frattempo non siano stati notificati atti ufficiali che interrompono il termine, mentre le multe si prescrivono in cinque. Se nessun avviso è mai arrivato, la richiesta può essere contestata, ma se l’ente ha inviato anche solo una comunicazione valida, la riscossione resta legittima.
Per questo è fondamentale verificare la propria posizione sul portale regionale o tramite gli sportelli ACI. Chi ha invece la prova del pagamento, sempre sul portale, può chiedere l’annullamento o l’autotutela, allegando la documentazione. Se invece non si trova nulla, è consigliabile rivolgersi a un CAF o a un consulente ACI.
In ogni caso, ignorare la busta non è mai una buona idea: si rischiano sanzioni fino al 30% dell’importo, oltre a interessi e al possibile fermo amministrativo del veicolo.
