“Alt, controllo WhatsApp, favorisca il cellulare”: da oggi lo controllano a tutti | Nessuno è salvo per strada

Controllo WhatsApp durante il posto di blocco - mobilitasostenibile.it
Le Forze dell’Ordine sono autorizzate a richiedere il cellulare del conducente per controllare WhatsApp senza violare la privacy.
Quando un automobilista viaggia per le strade e si imbatte in un posto di blocco, quello è il momento in cui sa che anche una virgola fuori posto potrebbe costargli una sanzione. Per questo, tale controllo genera spesso una certa ansia, anche al conducente più regolare. In certi momenti, far valere la propria buona volontà è la scelta più saggia.
Ciò significa apparire collaborativi e mostrare tutto ciò che viene richiesto. E per quanto possa sembrare poco attinente, questo significa mostrare anche le proprie chat di WhatsApp.
Visto e considerato che può accadere, e che non è semplice per nessuno conoscere questa situazione, è bene chiarire perché questa cosa accade e come comportarsi in caso di richiesta.
Perché ci chiedono di mostrare WhatsApp al posto di blocco
Quello che spesso sfugge è il motivo reale per cui, in certi casi, le Forze dell’Ordine arrivano a chiedere di visionare WhatsApp. No, non stanno cercando di capire se abbiamo una relazione extraconiugale o vogliono vedere le foto della cena. Il controllo ha come obiettivo quello di verificare se il conducente fa parte di gruppi che segnalano in tempo reale la posizione di posti di blocco, pattuglie o autovelox mobili.
Un’attività che può rientrare nei casi di intralcio all’azione delle autorità. In presenza di fondati sospetti – per esempio una frenata strategica poco prima di un controllo – può scattare la richiesta di mostrare le chat. Ma qui sorgono spontanee alcune domande: è legale? E poi: il conducente può opporsi? Cosa accade qualora si venga scoperti in una chat simile? Proviamo a rispondere.

Possono davvero leggere le chat su WhatsApp? Cosa dice la legge e cosa rischiamo
La base normativa è l’articolo 45, comma 9-bis del Codice della Strada, che vieta la diffusione non autorizzata di segnalazioni su dispositivi di controllo come autovelox mobili o posti di blocco. Questo significa che una chat WhatsApp usata per segnalare pattuglie può essere considerata un mezzo illecito per eludere i controlli.
Ma allora, è legale chiedere di visionare il cellulare? Sì, ma solo in presenza di un sospetto fondato. Gli agenti non possono controllare ogni telefono, ma se notano comportamenti anomali – frenate improvvise, cambi di direzione, o segnalazioni partite proprio da quel numero – possono chiedere di vedere le chat. E qui entra in gioco la collaborazione del conducente: non si è obbligati a consegnare lo smartphone, ma rifiutarsi può alimentare sospetti e portare a una perquisizione più approfondita, se autorizzata.
E se si viene scoperti in una chat del genere? Le conseguenze variano. Chi partecipa passivamente può ricevere una sanzione amministrativa, con multe da 825€ a oltre 3.000€. Ma chi gestisce o modera questi gruppi rischia molto di più: si può arrivare a ipotesi di interruzione di pubblico servizio o favoreggiamento.
Tecnicamente ci si può opporre, perché lo smartphone è un dispositivo personale e protetto dalla privacy. Ma attenzione: rifiutarsi può far scattare il sequestro del telefono, soprattutto se gli agenti hanno un sospetto fondato. Non è obbligatorio collaborare, ma nemmeno sempre conveniente.