Arriva il “tutor del terrore”: sembra un autovelox ma multa tutti anche se vai piano | Ci passi e becchi la sanzione

Autovelox - mobilitasostenibile.it
Tra nuovi Tutor 3.0, sorpassometri e telecamere intelligenti, sono molte le cose da sapere: quali sono i rischi reali di questi apparecchi.
Sulle autostrade italiane qualcosa è già cambiato. I nuovi Tutor 3.0 hanno fatto il loro debutto e promettono di rivoluzionare il modo in cui vengono controllati gli automobilisti. Non più soltanto la velocità media: queste telecamere di ultima generazione, abbinate a software e sensori, riescono a individuare anche sorpassi vietati, mezzi contromano o camion sovraccarichi.
Un salto tecnologico che, inevitabilmente, ha acceso il dibattito e le interpretazioni. C’è chi parla di multe scattate a causa di una velocità eccessivamente bassa, chi di sistemi invisibili piazzati ovunque, chi ancora di sanzioni automatiche senza alcun margine di difesa. La sensazione diffusa è che guidare stia diventando una sfida contro macchine infallibili.
Ma davvero la strada si è trasformata in un percorso a ostacoli elettronici? L’obiettivo è proprio quello di controllare il corretto flusso sulle strade, certo, ma è bene fare chiarezza su alcuni punti.
I nuovi sistemi: dai Tutor al sorpassometro
La novità più concreta è proprio l’arrivo dei Tutor 3.0, già installati su diverse tratte autostradali. Rispetto ai modelli tradizionali non si limitano a calcolare la velocità media, ma riconoscono comportamenti pericolosi come sorpassi vietati o veicoli che procedono in senso contrario. A questi si affianca il sorpassometro, pensato per filmare e sanzionare le manovre azzardate.
In ambito urbano, invece, restano i varchi elettronici delle ZTL, che non hanno nulla a che vedere con la velocità: qui la multa scatta solo per chi accede senza permesso, indipendentemente dal passo lento o veloce. In Francia si stanno sperimentando sistemi ancora più sofisticati, capaci di scoprire in un colpo solo cinture slacciate, cellulari al volante e semafori rossi ignorati. Ma in Italia, al momento, questo tipo di controllo non è ancora operativo. Allora cosa dobbiamo sapere davvero?

Cosa c’è davvero di vero sui tutor 3.0
Quando una tecnologia nuova fa il suo ingresso, il rischio è che tra ipotesi e leggende si perda di vista la realtà. Non esistono prove che in Italia siano in funzione dispositivi in grado di multare a 1 km/h. Così come è falso che non ci sia possibilità di difesa: la normativa prevede che ogni apparecchio sia omologato, tarato e che il cittadino possa sempre presentare ricorso.
Quello che invece è reale è l’evoluzione dei controlli: i Tutor 3.0 sono già attivi, il sorpassometro è in uso, e il futuro porterà sistemi sempre più sofisticati. Ma non siamo davanti a una macchina che punisce ogni minimo spostamento. La verità, più semplice di quanto sembri, è che i controlli diventano più serrati, mentre molte delle voci che circolano restano solo suggestioni.
Alla fine, la vera differenza non è tra vecchi e nuovi autovelox, ma tra ciò che è già realtà e ciò che la fantasia collettiva ha trasformato in spauracchio. Sulle autostrade i Tutor 3.0 sono già attivi, il sorpassometro pure. Il resto – sensori che multano a passo d’uomo, telecamere invisibili piazzate ovunque, multe senza appello – appartiene più alle leggende che ai decreti ministeriali.