Caos colonnine di ricarica elettrica, crescono i furti in tutta Italia | Serve subito una soluzione

Furti colonnine - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it
È uno dei fenomeni più inquietanti per le auto elettriche: le colonnine sono prese di mira dai ladri, ecco il perché.
Quello di cui parliamo oggi è senza alcun dubbio uno dei fenomeni più inquietanti per la mobilità elettrica nel nostro paese. Si tratta di una questione che non deve essere sottovalutata in alcun modo.
In Italia le auto a zero emissioni fanno già fatica a diffondersi per via di alcuni ostacoli e questa situazione complica ancora di più le cose in un contesto già difficile per le auto elettriche.
Il fenomeno dei furti di rame, che negli scorsi mesi ha colpito duramente alcune aree come quella di Roma, si è poi esteso anche in altre zone d’Italia. Sono arrivate alcune segnalazioni che denunciano una situazione che è davvero fuori controllo.
In particolare, le segnalazioni arriva da Opera, alle porte di Milano. Alcuni ignoti hanno infatti tranciato i cavi delle stazioni di ricarica Ewiva e Enercoop, come riportato da alcuni utenti sui social network. Ma per quale motivo le colonnine sono prese di mira dai ladri?
Crescono i furti di rame alle colonnine di ricarica
Secondo le prime indagini, questi furti sarebbe molto probabilmente assegnati su commissioni. Si legherebbero ad un mercato parallelo e illegale del rame, metallo che continua a essere molto richiesto sul mercato nero. Questi episodi non solo arrecano danni economici ai gestori delle infrastrutture, ma mettono in difficoltà anche chi quotidianamente fa affidamento sulle colonnine per ricaricare il proprio veicolo.
Il rame contenuto nei cavi delle stazioni è diventato sempre più ambito dai ladri, che agiscono rapidamente, spesso durante la notte. Il caso più eclatante si è verificato di recente a Ladispoli, vicino a Roma, dove tre uomini sono stati trovati in possesso di 16 cavi asportati da impianti di ricarica.

Cresce la preoccupazione e serve una soluzione al più presto
Il problema ovviamente non è passato inosservato. Cresce così la preoccupazione tra i gestori e gli utenti. Molte aziende del settore stanno così studiando sistemi di protezione sempre più sofisticati con l’obiettivo di prevenire simili atti vandalici.
Tra le soluzioni allo studio ci sono sensori di movimento in grado di attivare allarmi sonori in caso di manomissione dei cavi, oppure l’utilizzo di materiali più resistenti, come il kevlar, per il rivestimento dei cavi stessi. Un’altra idea è quella di blindare il rame con un metallo più duro oppure adottare sistemi dissuasivi come inchiostri indelebili, simili a quelli utilizzati nei bancomat, che macchiano i ladri e i materiali trafugati rendendoli inutilizzabili.