Cina, scoppia lo scandalo auto elettriche: Pechino spaccia quelle nuove per usate | Lo stratagemma per evitare le tasse europee

Cina - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it

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Lo scandalo arriva direttamente da Pechino. Ecco che cosa fa la Cina con le auto usate e come sta truffando l’Europa.

La grandissima protagonista del mercato automobilistico del giorno d’oggi è sicuramente la Cina. Emersa negli ultimi anni grazie ai suoi modelli a costi più contenuti, ora arriva però uno scandalo destinato ad avere una risonanza senza precedenti.

La Cina oggi è il primo mercato mondiale per le auto elettriche. Si ritrova oggi a fare i conti con una produzione ben superiore alla domanda interna: questo è ovviamente un grosso problema per il paese, che si ritrova a dover trovare una soluzione al più presto.

Per poter affrontare questa eccedenza, i costruttori hanno adottato una strategia discutibile ma redditizia. Ovvero, immatricolare le auto nuove come “chilometro zero“, poi classificarle come usate e solo successivamente esportarle in altri mercati tra cui appunto anche quello europeo.

Si tratta di un meccanismo tanto semplice quanto, ovviamente, preoccupante per il nostro continente. Che ha deciso di reagire e di fare sentire la propria voce: ecco in che modo.

Auto usate, lo scandalo arriva dalla Cina: che cosa succede

Una volta completato l’assemblaggio, i veicoli vengono registrati dai concessionari cinesi per ottenere i bonus governativi legati alla vendita. Subito dopo, vengono “deregistrati“, quindi tolti dai registri ufficiali, e classificati come auto usate. Così facendo vengono venduti all’estero (in particolare in mercati come la Russia, il Medio Oriente, l’Asia Centrale e la Giordania) ad un prezzo competitivo. I margini di profitto sono stimati in circa 1.200 euro per unità.

Si tratta di un sistema che non avviene nell’ombra ma è apertamente sostenuto da diverse amministrazioni locali in Cina. In particolare, secondo Reuters, almeno 20 governi regionali hanno promosso tale pratica dal 2019, vedendola come un’opportunità per stimolare la crescita economica.

Auto usate, lo scandalo arriva dalla Cina - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it
Auto usate, lo scandalo arriva dalla Cina – fonte Freepik – mobilitasostenibile.it

Uno scandalo importante

Regioni come Guangdong e Sichuan hanno perfino introdotto misure specifiche per agevolare le esportazioni. Si parla dunque di licenze straordinarie, rimborsi fiscali rapidi, investimenti in logistica e spazi gratuiti nei porti per lo stoccaggio dei veicoli pronti all’esportazione. Un esempio eclatante è Schenzhen, dove il governo cinese ha annunciato l’obiettivo di esportare oltre 400.000 veicoli elettrici all’anno.

La Cina è però divisa. Da un lato ci sono produttori che negano l’eccesso di capacità e sostengono che gli impianti lavorino con margini di riserva per future espansioni. Dall’altro ci sono figure come Li Shufu, che parlano apertamente di sovrapproduzione e di “guerra dei prezzi“.