“Doveva farmi la domanda giusta”: addio sanzioni per alcool test | Se non ti fanno questa domanda non valgono nulla

Alcol test, quando la positività diventa nulla - mobilitasostenibile.it
Se le forze dell’ordine non pongono la domanda giusta dopo l’alcol test, il conducente potrebbe evitare la condanna: lo dice la legge attuale.
Se da una parte è vero che la guida in stato di ebbrezza è una grave infrazione per il Codice della Strada, dall’altra è vero che il conducente ha delle tutele ben precise – ma spesso non le conosce.
Tutto dipende dal fatto che questi strumenti non sono totalmente affidabili, né sull’entità della rilevazione, né sulla quantità effettiva di alcol rilevato. Le forze dell’ordine, consapevoli di questo limite, hanno il dovere di dare al conducente la possibilità di difendersi – anche se spesso ciò non accade.
Il punto? Non mettere in luce questa possibilità non è solo moralmente discutibile, ma può addirittura annullare la sanzione prevista per la guida in stato di ebbrezza.
Una frase mancata può cambiarti il destino: la svolta dopo l’alcol test
C’è una cosa che pochi sanno, eppure può fare la differenza tra una condanna e un’assoluzione: il diritto ad avere un avvocato presente – o almeno ad essere avvisati di poterlo chiamare – prima dell’alcol test. Una frase semplice, ma fondamentale. E se non viene detta? Il test potrebbe non valere nulla.
La normativa prevede che, in caso di accertamenti urgenti e irripetibili come la misurazione del tasso alcolemico, la persona fermata debba essere avvisata della possibilità di farsi assistere da un difensore. Ma questa procedura, spesso ignorata o data per scontata, può diventare decisiva. Soprattutto oggi, dove non serve più dimostrare lo stato di alterazione al momento del fatto: basta risultare positivi al test.
La giurisprudenza, in più occasioni, ha ribadito che l’omissione dell’avviso può rendere nullo l’intero accertamento. Ma la cosa si complica in un caso specifico: quando l’automobilista rifiuta il test. Ed è proprio qui che arriva la svolta. Per capire meglio, vediamo la normativa nel dettaglio.

Avvocato sì, ma solo se non rifiuti: cosa dice davvero la Cassazione
L’articolo 114 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale è chiaro: prima di procedere all’alcol test, la polizia deve informare il conducente del diritto di farsi assistere da un difensore. In assenza di questo avviso, le sanzioni possono decadere.
È quanto stabilito in passato dalla Cassazione (sentenza n. 5396/2015). Ma il quadro cambia se si rifiuta il test. Con la sentenza n. 47324 del 2023, la Corte – come ricorda l’avv. Lilla Laperuta – ha chiarito che in caso di rifiuto non è necessario alcun avvertimento. Il motivo? Il reato di rifiuto si perfeziona nel momento stesso in cui si dice “no” all’accertamento, a prescindere dalla presenza del difensore.
Nel caso specifico, una neopatentata coinvolta in un sinistro aveva rifiutato gli esami richiesti dalla polizia municipale. Il tribunale l’aveva assolta per mancato avviso, ma la Cassazione ha ribaltato tutto: l’obbligo vale solo se si accetta di sottoporsi al test. Se invece lo rifiuti, l’omissione dell’avviso non ti salva. Morale? Accettare il test ti garantisce dei diritti, ma rifiutarlo ti mette automaticamente nei guai – e da lì, non si torna indietro.