Farmaci comuni e patente a rischio: cosa dice davvero il Codice della Strada | il problema che nasce in farmacia
Farmaci (pexels)
Un gesto quotidiano come acquistare un farmaco in farmacia può trasformarsi in un rischio concreto per chi guida, anche senza abuso di sostanze o comportamenti imprudenti.
Molti automobilisti non sanno che alcuni medicinali di uso comune possono influire sulla guida e, in caso di controllo, portare a sanzioni severe fino alla sospensione della patente, pur essendo stati assunti legalmente.
Il nodo non è solo medico, ma anche normativo: il Codice della Strada non fa sconti e spesso la consapevolezza di ciò che si assume arriva troppo tardi, quando il problema è già sorto.
Quando un farmaco diventa un problema alla guida
Il Codice della Strada vieta la guida in stato di alterazione psicofisica, non solo per alcol o droghe, ma anche quando questa condizione è causata dall’assunzione di farmaci. Alcuni medicinali, pur essendo prescritti dal medico o acquistabili senza ricetta, possono ridurre i riflessi, alterare la percezione o provocare sonnolenza. È sufficiente che il farmaco incida sulla capacità di guidare in sicurezza perché scatti la violazione.
Tra i farmaci più coinvolti ci sono ansiolitici, antidepressivi, antidolorifici oppioidi, antistaminici di vecchia generazione e alcuni sciroppi per la tosse. Anche se assunti alle dosi corrette, possono avere effetti incompatibili con la guida. In caso di controllo stradale, se emergono segnali di alterazione e gli accertamenti lo confermano, il fatto che il farmaco sia stato assunto per motivi terapeutici non esclude automaticamente le sanzioni.

Il ruolo della farmacia e l’informazione che spesso manca
Il problema nasce spesso al momento dell’acquisto. Non sempre chi ritira un farmaco riceve informazioni chiare sui possibili effetti sulla guida. I foglietti illustrativi contengono avvertenze precise, ma vengono letti di rado o sottovalutati. Molti conducenti scoprono il rischio solo dopo un controllo o un incidente, quando ormai le conseguenze sono difficili da evitare.
Secondo la normativa, la responsabilità finale ricade sempre sul conducente. Questo significa che, anche in assenza di abuso o comportamento scorretto, chi guida sotto l’effetto di un farmaco che altera le capacità psicofisiche può andare incontro a sanzioni, sospensione della patente e, nei casi più gravi, a conseguenze penali. La linea tra cura e rischio è sottile e passa dalla consapevolezza di ciò che si assume e degli effetti che può avere.
Il tema apre una questione più ampia sul rapporto tra salute, informazione e sicurezza stradale. Farmaci comuni, prescritti per migliorare la qualità della vita, possono diventare un problema se non accompagnati da indicazioni chiare e comprese. Guidare informati diventa così una responsabilità tanto importante quanto rispettare i limiti di velocità, perché il pericolo, in questo caso, può nascere direttamente dal banco della farmacia.
