“Ho il reflusso”: se ti fermano con queste 3 parole magiche ti mandano via subito | Per legge non possono trattenerti

Posto di blocco e reflusso gastrico - mobilitasostenibile.it
Se affermi di avere il reflusso gastrico, le Forze dell’Ordine ti lasciano andare nonostante ti abbiano fermato in un posto di blocco: il motivo.
Siamo abituati a pensare che, una volta fermati da una pattuglia, ogni infrazione venga trattata con il massimo rigore. E in effetti, nella maggior parte dei casi è così: le regole del Codice della Strada sono chiare, e le violazioni più gravi – come la guida in stato di ebbrezza – non lasciano spazio a interpretazioni.
Ma esiste un dettaglio, spesso ignorato, che può cambiare le carte in tavola. Un cavillo legale, se vogliamo, che in un caso ben preciso può ribaltare completamente l’esito di un controllo. Nessun trucco da furbetti né scappatoie discutibili: si tratta di un diritto, previsto dalla legge, che molti scoprono solo quando ne hanno davvero bisogno.
Alcol test annullato: quando il reflusso altera tutto
Non è un mistero che buona parte degli incidenti più gravi sulle nostre strade sono dovuti all’alcol. I dati parlano chiaro, e non da oggi: chi guida in stato di ebrezza mette a rischio sé stesso e gli altri. Basta poco per perdere lucidità, sbagliare una manovra, reagire con un secondo di ritardo. E proprio per questo, le sanzioni sono severe. Severissime. Multe, sospensione della patente e, in certi casi, perfino l’arresto.
Eppure, c’è un’eccezione che – pur rara – sta facendo discutere. Un caso in cui la multa per guida in stato di ebbrezza può essere annullata. Parliamo di chimica, non di cavilli: chi soffre di reflusso gastroesofageo può alterare involontariamente il risultato del test. Ma attenzione, perché dirlo e basta non basta.

Perché il reflusso altera il test e cosa serve per dimostrarlo
Ma perché mai un problema digestivo dovrebbe mandare in tilt un etilometro? La spiegazione è più semplice di quanto sembri. Il reflusso gastroesofageo può causare la risalita di contenuti gastrici, tra cui anche vapori alcolici residui. Se presenti in bocca o nell’esofago al momento del test, possono alterare il risultato, facendo credere che il tasso alcolemico sia più alto di quanto non sia realmente.
L’etilometro, infatti, non misura l’alcol nel sangue, ma nell’aria espirata. E se in quell’aria ci sono tracce non sistemiche – cioè non provenienti dal flusso sanguigno ma da una contaminazione temporanea – il dato può risultare gonfiato. In certi casi, anche in modo significativo.
Tuttavia, per sostenere questa tesi serve più di una semplice dichiarazione. È necessario presentare una documentazione medica che attesti una diagnosi preesistente di reflusso, eventuali referti specialistici e – meglio ancora – una perizia tecnica che dimostri come quella specifica condizione abbia alterato proprio quel test.
Un certificato non risolve tutto sul momento, ma può diventare determinante in sede di ricorso. E a quel punto, se tutto è in regola, la multa può decadere. Un’eccezione, sì, ma reale. E, in certi casi, decisiva.