“Ho preso un Brufen stamattina”: multa galattica e patente devastata | Addio medicine alla guida
Brufen e falso positivo alla guida - mobilitasostenibile.it
Torna alla ribalta il dibattito sul Brufen alla guida: quando può scattare il falso positivo – e cosa succede in quei casi.
Succede a tutti: ci si sveglia pronti ad affrontare la giornata e, dopo poche ore, arriva quel mal di testa improvviso che rovina ogni programma. Poco male – basta una compressa di Brufen e si riparte. Poi, mentre giriamo la scatola, notiamo quella frase: “non mettersi alla guida dopo l’assunzione”. Assurdo, pensiamo, l’abbiamo sempre fatto.
E invece dietro quella frase c’è molto più di una cautela delle case farmaceutiche. C’è una possibilità che pochi conoscono. Perché il punto non è il farmaco in sé, ma ciò che può succedere dopo: basta una ricerca online per trovare testimonianze di chi, durante un controllo o dopo un incidente, è risultato positivo proprio a causa del Brufen. Ma com’è possibile? E soprattutto, c’è davvero un collegamento?
Perché sulla confezione c’è scritto di non guidare
Quella frase sul retro della scatola non è messa lì per caso. Le aziende farmaceutiche sono obbligate a segnalare ogni possibile effetto collaterale riscontrato, anche se raro. Nel caso dell’ibuprofene, può succedere che, dopo l’assunzione, alcune persone avvertano capogiri, sonnolenza o difficoltà di concentrazione, soprattutto a stomaco vuoto o se combinato con altri farmaci come antistaminici o analgesici più forti.
Non si tratta quindi di un ‘divieto assoluto’, ma di una precauzione di sicurezza stradale: se dopo aver preso il Brufen ci si sente rallentati o confusi, meglio non mettersi al volante. È un avviso pensato per proteggere, non per spaventare. Ma la domanda resta: davvero può scattare un falso positivo al test anti droga dopo l’assunzione dell’ibruprofene?

Brufen e falso positivo alla guida
Sì, anche se accade molto raramente. L’ibuprofene (il principio attivo del Brufen) può interferire con i test antidroga di screening di tipo immunoassay, cioè quelli rapidi usati nei controlli su strada o in azienda. In casi isolati, può generare falsi positivi per THC (cannabis) e, più raramente, per barbiturici o PCP.
Quando succede, la patente può essere ritirata in via cautelare, in attesa della conferma di laboratorio. In certi casi, le autorità redigono un verbale provvisorio, ma tutto si chiarisce con gli esami di secondo livello (GC-MS o LC-MS), molto più precisi e affidabili.
Tuttavia, questi test vengono eseguiti solo su richiesta o quando il primo risultato è positivo: se si dimostra che l’unica sostanza assunta è ibuprofene, il caso viene archiviato e la patente restituita. In pratica, il falso positivo può accadere, ma la scienza – e un po’ di pazienza – lo smaschera sempre.
