Il cambio delle batterie elettriche non funziona | Svelata la verità, fa solo perdere soldi a chi le utilizza nel modo giusto

Batteria auto elettrica - fonte Pixabay - mobilitasostenibile.it

Batteria auto elettrica - fonte Pixabay - mobilitasostenibile.it

È un vero e proprio paradosso quello che riguarda il battery swap. Doveva essere l’innovazione ma fa solo perdere soldi.

Tra le più grandi protagoniste del mercato automobilistico di oggi c’è anche Nio. La celebre casa automobilistica cinese, specializzata in veicoli elettrici, ha puntato con decisione sulla tecnologia del battery swap, ovvero sulla sostituzione rapida delle batterie con unità cariche presso stazioni automatiche dedicate.

Si tratta di una novità clamorosa che sta raccogliendo sempre maggiore successo tra gli automobilisti che hanno già deciso di passare all’elettrico. Si tratta di una strategia importante che rappresenta un punto di forza distintivo rispetto alla concorrenza, contribuendo in modo importante alla notorietà del marchio.

A distanza di alcuni anni dall’entrata in vigore della stessa, però, il sistema sta mostrando un lato oscuro. Molti utenti stanno infatti abusando del servizio e questo si traduce in ingenti perdite economiche per l’azienda.

Al momento in Cina NIO gestisce oltre 3.100 stazioni di scambio batterie. Si tratta di una rete imponente che richiede investimenti considerevoli per la casa automobilistica. Peccato che questo non sia più sostenibile per il marchio.

Il battery swap non funziona: fa perdere soldi

Ogni stazione, per Nio, comporta un costo iniziale pari a circa 200.000 euro. A questo c’è da sommare le spese annuali per circa 50.000 euro tra manutenzione, affitti, batterie di riserva e elettricità. Il mantenimento dell’intera infrastruttura costa invece tra i 100 e i 120 milioni di euro all’anno.

Nonostante NIO avesse pianificato di trarre profitti da questo sistema, oggi si trova a fronteggiare un uso improprio e massiccio che compromette la stabilità economica dell’intero progetto. Tra le questioni più grandi l’utilizzo commerciale del veicolo e non manca chi vende online la possibilità di accedere al servizio di battery swap.

Il logo di Nio - fonte Facebook - mobilitasostenibile.it
Il logo di Nio – fonte Facebook – mobilitasostenibile.it

Alcune possibili soluzioni per il marchio cinese

Per contrastare questi fenomeni, NIO ha già messo in campo alcune contromisure. Dal 2020 ha infatti ridotto progressivamente il numero di cambio batteria gratuiti mensili. Prima erano sei, poi quattro nel 2023. Inoltre ha posto un tetto al trasferimento di energia verso i dispositivi esterni, limitandolo a 15 kWH al mese. Tuttavia queste restrizioni si sono rivelate insufficienti a fermare gli abusi.

Il paradosso è evidente. Un sistema nato per essere un vantaggio competitivo e un’opportunità di profitto si è trasformato in una fonte di perdite, a causa di un modello di utilizzo non previsto e difficilmente controllabile. Ora NIO si trova davanti ad una sfida complessa: salvaguardare l’efficienza e la sostenibilità della propria infrastruttura.