La Cina ha vinto anche stavolta: i dazi dell’Europa contro le auto elettriche favoriscono soltanto Pechino, lo studio rivela l’amara verità

Unione Europea - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it
Per fermare l’avanzata delle auto cinesi erano stati imposti pesanti dazi. Che alla fine, però, si sono rivelati controproducenti.
Quelli che stiamo vivendo sono mesi delicati per quanto riguarda la transizione elettrica. Il tema, oggi più importante che mai, sta sconvolgendo l’Unione Europea, che dal 2035 vieterà la vendita di auto a combustione termica.
Oggi il nostro continente sta affrontando una sfida importante. Ovvero l’avanzata delle auto elettriche cinesi, avvantaggiate sul mercato da prezzi decisamente più bassi rispetto a quelli europei. La concorrenza non è da poco e da tempo l’Europa ha preso provvedimenti per rimediare al problema.
I dazi imposti dall’Unione Europea contro le auto elettriche cinesi però sembra che abbia avuto un vero e proprio effetto boomerang. Ovvero, alla fine hanno solo finito per favorire i veicoli che arrivano da oriente.
Lo rivela una recente analisi dello Schmidt Automotive Research, un centro studi tedesco specializzato nel settore dei motori. Secondo lo stesso, nel 2025 circa un milione di auto prodotte in Cina entreranno nel mercato europeo, nonostante i dazi. Ma c’è di più, perché la maggior parte di queste importazioni non saranno neanche veicoli elettrici ma i classici benzina e diesel, oltre che le ibride plug-in.
I dazi non funzionano, anzi: favoriscono solo la Cina
La misura dell’Unione Europea era stata annunciata nel 2023 ma solo nel 2024 era entrata in vigore. Impone dazi variabili tra il 10 e il 30% sulle auto elettriche cinesi, nel tentativo di contrastare la concorrenza ritenuta “sleale” da parte di Pecchino, accusata di sussidiare i propri produttori.
Nel mirino era finiti marchi come BYD, MG e Xpeng. Tuttavia, i produttori cinesi, hanno cambiato strategia e hanno cominciato ad esportare in massa modelli con motori a combustione interna, che non sono soggetti a dazi. Lo hanno fatto anche approfittando degli impianti produttivi localizzati in paesi extra UE, come Serbia o Turchia, eludendo in questo modo i controlli.

Tutti i dati
I dati del primo trimestre 2025 mostrano chiaramente questa tendenza. Ovvero, che 200.000 auto cinesi sono state immatricolate in Europa, un numero in netto aumento rispetto al 2024. Se la tendenza continuerà, si supererà molto probabilmente il milioni entro la fine dell’anno. Il flusso è concentrato soprattutto in Regno Unito, Spagna e Italia, che assorbono il 68,2% delle importazioni complessive.
Il paradosso è evidente. L’UE cerca di incentivare la mobilità elettrica, ma le sue azioni alla fine favoriscono solo l’adozione di veicoli a combustione interna. Per di più che arrivano dalla Cina, il più grande nemico del momento per il settore automobilistico.