L’idrogeno è finalmente realtà: ora in città ci saranno anche i bus a idrogeno | Ecco la novità sostenibile e rivoluzionaria

Auto a idrogeno - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it
Si è parlato molto, negli scorsi anni, di idrogeno. Ora finalmente ci siamo: ecco dove vedremo i primi bus di questo tipo.
Per molto tempo si è parlato dell’elettrico come dell’unica possibilità per il futuro della mobilità sostenibile. La verità però è un’altra, cioè che esistono delle alternative valide e funzionanti che possono cambiare il mercato in modo profondo.
Tra queste c’è anche l’idrogeno. C’è chi sostiene che questa sia l’unica possibilità per il futuro del mercato, ma anche chi sostiene che oggi questa tecnologia si ritrovi a fare i conti con troppi problemi e ostacoli che ne limitano in modo inevitabile la diffusione.
Ora però le cose stanno per cambiare. Anche in Italia. C’è infatti una novità clamorosa che riguarda proprio l’alimentazione a idrogeno, che sta per diffondersi anche nel nostro paese, da sempre più indietro sul tema della mobilità sostenibile rispetto agli altri paesi europei.
Arriva direttamente dal Consiglio comunale di Venezia questa novità così clamorosa. È qui infatti che è stata approvata la realizzazione di un impianto per la produzione e per la distribuzione di idrogeno da fonti rinnovabili, che sarà destinato a rifornire la futura flotta di autobus a idrogeno della città.
Idrogeno, arrivano i primi bus: ecco dove
Il progetto è sviluppato dalle società Green Hydrogen Venezia e Enilive. Sorgerà a Marghera, nei pressi del ponte della Libertà, dove è stata concessa una deroga urbanistica per permettere l’avvio dei lavori. L’area diventerà il polo sostenibile della città di Venezia. Il progetto prevede l’arrivo di ben 123 autobus a idrogeno.
L’acquisto è stato possibile grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 90 dei 123 bus saranno destinati a AVm/Actv a partire da gennaio 2026. La realizzazione dell’impianto in tempi brevi è dunque essenziale per garantire il rifornimento della nuova flotta e quindi per rispettare le scadenze previste per l’utilizzo dei fondi europei, che dovranno essere spesi e rendicontati entro giugno del 2026.

Una novità importante per l’Italia
Si tratta infatti del primo impianto di queste dimensioni in Italia. Sarà un’infrastruttura anche simbolica, in quanto tappa importante nella transizione verso un sistema di trasporto pubblico sostenibile. Tuttavia, la scelta ha suscitato un acceso dibattito politico. Gran parte dell’opposizione si è apposta, esprimendo preoccupazione per un investimento che è stato giudicato troppo vincolante per il futuro della città.
“Facciamo un salto nel vuoto, prima abbiamo preso gli autobus, e poi costruiamo l’impianto per rifornirli“, ha detto Giovanni Andra Martini. L’amministrazione comunale va però avanti nella sua decisione.