“Non mi ricordo chi guidava” “Scatta la supermulta”: 1100€ immediati solo per una dimenticanza | La stanno facendo a tutti

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Sanzioni e legge - mobilitasostenibile.it

Se non si ricorda chi guidava al momento dell’infrazione, può scattare una sanzione fino a 1.100€: quando la memoria è importante, o quantomeno il lessico.

Succede così: si riceve una multa, magari segnalata da un autovelox, magari a mesi di distanza. A quel punto viene chiesto di indicare chi fosse alla guida del veicolo, ma non lo si ricorda. Non è che non si voglia pagare, solo che la memoria fa brutti scherzi e, come spesso accade nelle famiglie, l’utilizzo dell’auto è condiviso.

Ma la legge, pur avendo in passato accettato questa giustificazione, oggi è più rigida: non basta dire “non ricordo”. Anzi, quella è la frase che apre la strada a una sanzione da oltre 1.000€. Ma come difendersi? Partiamo dalla base, a prova di automobilista medio, senza troppi tecnicismi.

Quando scatta l’obbligo di dire chi guidava

Di solito accade così: viene emessa una multa che prevede, per legge, anche la decurtazione dei punti dalla patente. Ma per farlo, le autorità devono sapere a chi toglierli. È per questo che sul verbale compare la classica frase: “Il proprietario del veicolo deve comunicare, entro 60 giorni dalla notifica, i dati del conducente ai sensi dell’art. 126-bis del Codice della Strada.”

Tradotto: chi riceve la multa deve comunicare il nome, il cognome e gli estremi della patente di chi era al volante, entro i termini indicati. Se non lo fa, parte un nuovo verbale, questa volta per omessa comunicazione dei dati del conducente, con una sanzione che può arrivare fino a 1.100€.

Ma il punto, qui, è un altro: non basta scrivere “non ricordo”. Per la legge è come se la risposta fosse nulla, e il risultato è lo stesso — una nuova multa. Quindi, come fare se davvero non si riesce a risalire a chi guidava? Chiariamo la questione.

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Decurtazione di punti e comunicazione del conducente – mobilitasostenibile.it

Quando si può dire “non ricordo” (e come evitare la multa doppia)

La legge non pretende una memoria infallibile, ma chiede che l’eventuale dimenticanza sia contestualizzata e spiegata. In altre parole, bisogna motivare perché non si può indicare con certezza chi era alla guida. E qui entra in gioco la credibilità: dichiarare solo “non ricordo” non basta, ma dire, ad esempio, che il veicolo viene usato da più persone e che non esistono elementi utili per ricostruire quel giorno, cambia tutto.

Esempio pratico: “L’auto viene utilizzata occasionalmente da familiari non conviventi. L’infrazione risale a oltre due mesi fa e, non avendo ricevuto la notifica tempestivamente, non dispongo di elementi per individuare con certezza il conducente.

In questo modo si dimostra che, nonostante la buona fede, non è stato possibile risalire al guidatore neanche tramite chiamate, messaggi o altri indizi. Se la spiegazione è coerente e documentata, la sanzione per i punti viene esclusa e si evita la multa aggiuntiva. Una questione di chiarezza, più che di memoria.