Rinnovo patente, dal 1 Novembre serve il certificato del centro diagnostico: ti devi fare le analisi per forza | Bloccano migliaia di patenti

Rinnovo della patente e il certificato del centro diagnostico - mobilitasostenibile.it
Per rinnovare la patente sarà necessario possedere il certificato del centro diagnostico: se non lo dichiari, commetti un’omissione.
Sono mesi che il rinnovo della patente è al centro dell’attenzione. Il problema, come sempre, sono gli incidenti. Se da una parte è vero che il Codice della Strada e le sue ultime modifiche hanno ridotto il tasso incidentale, dall’altra tutto questo non basta ancora.
Sotto la lente d’ingrandimento, come spesso accade, ci sono gli anziani, con Salvini in prima linea: il Ministero dei Trasporti – ha ammesso – sta valutando una revisione per avere più sotto controllo lo stato di salute dei conducenti. Dall’altra parte, però, c’è l’opinione opposta: la Commissione Europea suggerisce addirittura di allungare le tempistiche di rinnovo.
Due linee completamente diverse, che mettono in evidenza un nodo centrale: lo stato di salute, che può cambiare anche drasticamente nel giro di due anni… figuriamoci in dieci. Ed è proprio su questo che vale la pena aprire un capitolo: quello del certificato diagnostico che moltissime persone saranno chiamate a presentare a novembre, e nei mesi successivi.
Non basta la visita medica: serve dichiarare tutto (e sapere cosa comporta)
Molti pensano che basti superare la solita visita medica per rinnovare la patente. Ma se ci sono malattie croniche in corso, le cose cambiano. Il medico è obbligato a chiedere se ne soffri, e se dichiari qualcosa – come il diabete – la pratica non si chiude lì: serve l’ok della Commissione Medica Locale.
E qui iniziano i problemi. Perché se non sei preparato, se non hai i documenti giusti, o peggio ancora non dici nulla, rischi davvero grosso. Ed è arrivati a questo punto che è bene chiarire un tabù: dichiarare una patologia non significa automaticamente perdere la patente, ma è obbligatorio per ottenere un rinnovo regolare.
Molti preferiscono non dire nulla, ma l’omissione può costare cara: in caso di incidente, se emerge la patologia, l’assicurazione può rivalersi. E non solo: si rischia anche la revoca della patente. Ma cosa comporta, d’altro canto, dichiarare?

Il caso del diabete: si può guidare, ma non basta dire “sto bene”
Per capire meglio la questione prendiamo un caso comune: uno di quelli che non impedisce la guida, ma al contempo rilevante. Chi ha il diabete può guidare, ma deve dimostrare che la malattia è sotto controllo. Quando lo dichiari, la visita viene sospesa e la pratica passa alla Commissione Medica. Per accedervi serve un certificato diabetologico aggiornato, firmato da uno specialista.
Il documento deve indicare il tipo di diabete, la terapia seguita e se sei idoneo alla guida. Senza questo passaggio, la patente non viene rinnovata. E non basta il certificato del medico di base: serve lo specialista e, conseguentemente, il certificato del centro diagnostico.
Chi non dichiara nulla per paura sbaglia due volte: perché rischia e perché allunga i tempi. Se succede qualcosa, e il diabete viene scoperto, l’assicurazione può rivalersi. In casi gravi, si arriva al ritiro della patente. Meglio non rischiare.