Scherzetto 2025, scatta la tassa libretto di circolazione: 70€ di abbonamento per tenerlo valido | Ci vogliono far pagare tutto

Libretto di circolazione - mobilitasostenibile.it
Tra costi nascosti e digitalizzazione, anche il libretto di circolazione diventa a pagamento: come e quando dovremmo pagarlo.
Non bastava il bollo, non bastava l’assicurazione. Neanche la revisione ogni due anni. No, adesso si apre un nuovo fronte: pagare per tenere valido il libretto di circolazione.
Un’idea che sembra uscita da una barzelletta, ma che inizia a prendere forma proprio adesso, mentre nessuno guarda. O meglio, mentre tutti sono impegnati a fare i conti con rincari ben più visibili, come il carburante o le assicurazioni. Intanto, nel silenzio più totale, le cose cambiano. Si dematerializzano. Si digitalizzano. E, inevitabilmente, diventano un servizio. E come ogni servizio, prima o poi, lo si paga.
Il bello è che, sulla carta, non è nemmeno una tassa. Ma nei fatti? Cambia poco. La spesa c’è comunque, e la direzione è sempre quella: una voce in più nel bilancio di chi possiede un’auto.
La nuova tassa del libretto di circolazione
Per capire meglio il nodo della questione, basta prendere il caso dello smarrimento del libretto. Può capitare, e anche più spesso di quanto si pensi. Ma se accade, rifarlo costa circa 70€ tra imposta di bollo, diritti di Motorizzazione e – nella maggior parte dei casi – spese di agenzia.
Perché sì, ci si rivolge a un’agenzia. Non per sfizio, ma per evitare l’incubo della burocrazia. Le Motorizzazioni richiedono tempi lunghi, prenotazioni online, moduli complicati. L’agenzia invece fa tutto in poco tempo. Compila, spedisce, consegna. Certo, si paga di più, ma almeno si chiude la pratica in giornata.
Ed è anche per questa combinazione di costi e passaggi che il libretto, da documento fisico, sta diventando sempre più digitale. L’obiettivo ufficiale è semplificare, centralizzare, rendere tutto più efficiente. Tuttavia, questo potrebbe portare un’altra spesa fissa.

Il canone del libretto
Se il libretto diventasse un documento gestito solo online, con accessi controllati e verifiche periodiche, chi ci assicura che non venga introdotto un canone annuale per tenerlo attivo?
Non sarebbe la prima volta. La PEC funziona così. Alcuni SPID anche. La tessera sanitaria, ormai elettronica, prevede costi indiretti tra attivazioni e sostituzioni. E allora la domanda viene spontanea: quanto manca prima che ci facciano pagare anche solo per conservare un documento che siamo obbligati ad avere?
Per ora non c’è nessuna norma. Ma se oggi si pagano 70€ solo per rifarlo, è davvero così inverosimile pensare che possano trasformarlo in un abbonamento ‘di mantenimento’? Una spesa piccola, certo. Ma fissa. E soprattutto, puntuale.