Semaforo, addio al colore verde per passare: dal 1 Luglio si passa solo con quest’altro colore: avete 1 mese di tempo per abituarvi | Preparatevi agli incidenti

Semaforo verde

Semaforo verde - mobilitasostenibile.it

Il semaforo cambia, e con esso le abitudini degli automobilisti: ecco chi dovrà adeguarsi al nuovo colore.

Quando si viaggia sulle strade, è bene ricordare che nulla di ciò che vi si trova è un caso. Non si tratta solo della cartellonistica, ma anche dei colori che la compongono. E questo vale anche per le luci del semaforo. Come ogni segnaletica, anche i suoi colori hanno un ragionamento ben preciso: non sono una scelta estetica, ma rispondono a logiche prettamente psicologiche.

Proprio perché di psicologia si parla, è bene tenere in considerazione anche i cambi generazionali e l’impatto che ha la società sulla percezione dei semafori. Tutti fattori che hanno portato nel tempo a diversi cambiamenti.

I colori del semaforo

Sempre parlando di significato dei colori, anche quelli del semaforo non sono messi lì a caso: seguono una logica ben precisa, studiata per parlare direttamente al nostro cervello. Il rosso, da sempre, è il simbolo universale del pericolo, del sangue, dell’allarme. Si vede da lontano, cattura subito l’attenzione e ci blocca, istintivamente. Il giallo è il colore della transizione, del “stai pronto”: avvisa, avverte, mette in allerta. Già sulle ferrovie veniva usato per indicare attenzione. E poi c’è il verde, che più di tutti comunica calma, sicurezza, apertura. È il via libera mentale, visivo e simbolico.

Facciamo ora un bel salto nel tempo: in Italia il primo semaforo compare a Milano nel 1925, all’incrocio tra piazza Duomo e via Torino. Da lì in avanti si diffonde ovunque, mantenendo sempre lo stesso codice cromatico internazionale. O quasi. Perché qualcosa, nel frattempo, è cambiato. E qualcuno – anche se non lo sa ancora – dovrà abituarsi. 

Semaforo blu in Giappone
Semaforo blu – mobilitasostenibile.it

Qual è il nuovo colore del semaforo e chi si dovrà abituare

Sempre parlando si colori nel mondo, non tutti sanno che in Giappone esistono semafori che al posto del classico verde mostrano una luce blu. Non è un errore, né una stranezza estetica: è il risultato di una lunga evoluzione culturale e linguistica. Nel giapponese antico, il colore ‘verde’  non esisteva. Si usava ao, che oggi significa blu, per indicare anche tutto ciò che oggi definiremmo verde. Solo in tempi più recenti, e in particolare durante la Seconda Guerra Mondiale, si è cominciato a distinguere chiaramente tra ao (blu) e midori (verde), per motivi militari e tecnici.

Eppure l’ambiguità è rimasta. Tanto che, quando il Giappone ha scelto il colore per il via libera semaforico, ha adottato una tonalità di verde tendente al blu. Una via di mezzo che rispetta la percezione locale senza stravolgere gli standard. Ma in molte città giapponesi è ancora possibile trovare semafori apertamente blu.

Ed è bene saperlo, soprattutto quest’estate. Sono infatti previsti milioni di arrivi in Giappone, anche dall’Italia. E prima di mettersi in viaggio convinti di attraversare col verde, meglio sapere che dall’altra parte del mondo il via si illumina di blu. Così non ci si trova spiazzati, né impreparati.