“Sto andando a lavorare, non potete trattenermi”: Nuovo Codice della Strada, basta la frase magica e sei a posto | Annulli la sanzione

Sanzione annullata per chi va al lavoro: cosa dice il Codice della Strada - mobilitasostenibile.it
C’è una frase che sempre più automobilisti ripetono ai posti di blocco. A quanto pare, funziona davvero. Ma è tutto così semplice?
Da qualche tempo gira una voce, quasi un mantra da ripetere al momento giusto: “Non potete farmi niente, sto andando a lavorare”. E c’è chi giura di averla usata davvero al posto di blocco, con successo.
Nessun verbale, nessun sequestro. I carabinieri fanno spallucce, e l’automobilista riparte. Sembra una scena inventata, eppure l’idea che basti quella frase per scampare a multe e controlli ha cominciato a fare breccia.
Sarà davvero così? O è solo uno di quei racconti che iniziano con “me l’ha detto mio cugino”? In realtà c’è del vero, e a confermarlo è proprio il nuovo Codice della Strada.
Quando è possibile evitare posto di blocco e sanzioni
Di sicuro una base c’è. La legge, in certi casi, impedisce agli agenti di trattenere a lungo una persona, anche se ferma a un posto di blocco. Succede ad esempio quando c’è un’urgenza medica, una corsa al pronto soccorso o – per quanto sembri banale – un bisogno fisiologico impellente. E poi c’è il lavoro. O meglio: ci sono quei veicoli che, senza troppi giri di parole, servono per guadagnare. Furgoni, mezzi per le consegne, auto di chi lavora su strada. In questi casi, se il fermo impedirebbe di svolgere l’attività lavorativa, può aprirsi una strada diversa.
Ed è qui che la frase “devo andare a lavorare” acquista un certo peso. Non vale per tutti, non funziona sempre. Deroghe, percorsi di regolarizzazione, perfino la possibilità di evitare il sequestro immediato. Insomma: in alcune casistiche che approfondiremo nelle prossime righe, non è una bacchetta magica, ma nemmeno una leggenda urbana.

Quando funziona davvero (e quando no)
La verità, come sempre, sta nel mezzo. No, non esiste una norma che annulla automaticamente multe o sequestri solo perché si sta andando a lavorare. Però il nuovo Codice della Strada riconosce una cosa importante: che ci sono veicoli senza i quali lavorare è impossibile. E se quel veicolo viene bloccato, il danno va ben oltre la sanzione.
Per questo, nei casi previsti, la legge può permettere un margine: sospensione temporanea, obbligo di sistemare le irregolarità entro un certo tempo, niente sequestro immediato.
Succede, ad esempio, a chi viene fermato con un furgone da consegne senza revisione: può scattare la regolarizzazione anziché il fermo sul posto. Oppure a un artigiano che usa il proprio mezzo per raggiungere i clienti, dove bloccarlo significherebbe impedirgli di lavorare. Diverso, invece, per chi viene sorpreso senza assicurazione o con patente sospesa: lì non esistono scappatoie.
In ogni caso serve una motivazione concreta, documentabile e verificabile. Non basta ripetere la frase magica, sperando che funzioni. E soprattutto non vale quando il veicolo è in condizioni fuori legge: in quel caso, nemmeno il lavoro potrà salvarci.