STOP motori termici, dall’UE arriva la dichiarazione: “Concludere il più rapidamente possibile” | È la fine

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L’Europa preme per una transizione più accelerata possibile verso i motori efficienti e sostenibili: ecco come cambieranno le cose prestissimo.

Il piano europeo per dire addio ai motori a benzina e diesel entro il 2035 sta incontrando molte difficoltà nella sua realizzazione.

Mario Draghi ha espresso le sue perplessità in un intervento che si è tenuto alla conferenza sulla competitività dell’Unione Europea.

Secondo l’ex premier, infatti, gli obiettivi fissati per il settore auto si basavano su previsioni ottimistiche che non si sono avverate.

Le colonnine di ricarica crescono troppo lentamente, i modelli elettrici restano cari, la ricerca tecnologica in Europa è rimasta indietro e le catene di fornitura sono frammentate. Per Draghi, questo scenario rende quasi impossibile rispettare la scadenza e rischia di favorire i produttori cinesi, che nel frattempo stanno conquistando sempre più spazio sul mercato internazionale.

Gli obiettivi posti dall’Unione Europea per la transizione alle auto elettriche e le difficoltà incontrate

Anche le istituzioni europee sono costrette a rivedere i piani che erano stati inizialmente ben definiti. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha promesso che la revisione sarà conclusa “il più rapidamente possibile”. Il calendario appare già tracciato: entro ottobre partirà una consultazione pubblica, seguita da una valutazione d’impatto e, a inizio 2026, dalla proposta legislativa. La linea ufficiale resta quella dello stop ai motori termici nel 2035, ma si parla di possibili aggiustamenti da applicare in corso d’opera.

Tra le ipotesi ci sono l’apertura a carburanti alternativi come e-fuel e biocarburanti, la conferma degli ibridi plug-in e la creazione di un mercato specifico per le piccole auto elettriche. Non si esclude neppure una deroga per le flotte aziendali, che oggi rappresentano la maggioranza delle immatricolazioni in Europa.

Ricaricare-auto-elettrica-Foto-di-Kindel-Media-da-Pexels-MobilitàSostenibile
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Le richieste delle case automobilistiche a proposito di un regolamento chiaro e preciso

Anche il mondo dell’industria preme per un cambiamento delle regole in modo chiaro, deciso e rapido. In particolare l’Anfia, l’associazione che rappresenta la filiera automobilistica italiana, chiede obiettivi più realistici. Si auspica una revisione delle tappe fissate per il 2025-2027 e il 2030, una proroga di almeno cinque anni per la scadenza del 2035 e un piano concreto per ridurre le emissioni delle auto già in circolazione.

Bisogna tenere conto del fatto che in Europa ci sono circa 250 milioni di veicoli con un’età media superiore ai dodici anni, che incidono pesantemente sull’inquinamento globale. Per questo motivo senza un programma chiaro e graduale la transizione rischia di rimanere un miraggio solo sulla carta e l’Europa potrebbe restare ancora più indietro nella corsa mondiale verso la mobilità sostenibile.