UFFICIALE AUTOSTRADE, addio ai 130km/h in autostrada: dopo 100 anni potremo sfrecciare come saette | Milioni di auto sportive a tutta velocità

Nuovo limite di velocità nelle autostrade - mobilitasostenibile.it
I 130 km/h diventano un ricordo: i nuovi limiti spalancano le porte a chi sogna di correre più veloce. Ma non per tutti.
Per quasi un secolo ci siamo abituati a vedere il numero 130 come sinonimo di autostrada. Un limite che sembrava scolpito nella pietra, la misura perfetta tra sicurezza e velocità. Adesso, però, qualcosa sta cambiando: quel tetto storico sta per saltare.
Dopo cent’anni di regole ferree, arriva la promessa che farà sorridere milioni di automobilisti e soprattutto chi guida auto sportive: poter finalmente spingere il pedale senza sentirsi già fuorilegge. Per qualcuno, è come liberare i cavalli sotto il cofano; per altri, un rischio enorme. Ma di sicuro, l’addio ai 130 km/h è una svolta che segna un’epoca.
L’idea di ‘sfrecciare come saette’ non è più un sogno da Gran Turismo: è realtà. E mentre da un lato c’è chi esulta, dall’altro le associazioni sulla sicurezza stradale già gridano all’allarme. Perché alzare l’asticella significa anche aumentare i margini di pericolo. Eppure la direzione è tracciata: dopo anni di discussioni e progetti mai decollati, si va verso un futuro in cui il limite dei 130 km/h verrà superato. Ufficialmente.
Il nuovo limite in autostrada
La svolta parte dai numeri: 140 km/h, 150 km/h e oltre, a seconda dei tratti. Non si parla più solo di una possibilità teorica, ma di una realtà già scritta in alcuni ordinamenti. Autostrade a tre corsie, tutor, condizioni meteo ottimali: questi i requisiti minimi per garantire che il nuovo limite non diventi una condanna. La logica gira intorno ad un concetto in stile autobahn tedesche: se le strade lo permettono, perché costringere milioni di auto moderne – dotate di sistemi avanzati di sicurezza – a viaggiare ancora con un tetto fissato decenni fa?
In questo scenario le supercar sorridono, ma anche le berline di fascia media, ormai equipaggiate con ADAS, lane assist e frenata automatica, pronte a reggere velocità ben oltre i 130 km/h. Ciò che prima sembrava pericoloso, oggi diventa gestibile grazie a dispositivi elettronici che correggono errori e salvano vite. Il risultato è una nuova filosofia di guida che ridisegna le regole dell’autostrada.
Naturalmente i paletti restano: niente libertà totale, ma limiti differenziati per tratte specifiche. Aumentare la velocità significa anche vigilare di più, con controlli serrati e tutor sempre attivi. Perché se da un lato si guadagna tempo, dall’altro non si può rischiare di pagarlo con la sicurezza.

Come ha reagito l’Italia al nuovo limite autostradale
E qui arriva il colpo di scena: sì, l’addio ai 130 km/h è già realtà, ma non da noi. In Polonia e Bulgaria il limite è stato alzato a 140 km/h, in Repubblica Ceca si è arrivati a 150 km/h su alcuni tratti sperimentali, mentre in Germania il limite resta solo ‘consigliato’ in diversi tratti senza restrizioni. L’Italia? Per ora ferma al palo, con i 130 km/h ancora scritti nero su bianco e la possibilità di arrivare a 150 solo nei tratti a tre corsie dotati di tutor, ipotesi che però non si è mai concretizzata davvero.
I motivi sono sempre gli stessi: incidenti in crescita, inquinamento, troppi centri abitati vicini alle tratte autostradali. Così, mentre l’Europa corre, il Belpaese resta frenato da prudenza e vincoli ambientali. La domanda resta aperta: quando sarà il nostro turno?