UFFICIALE DAL GOVERNO: Approvata la nuova tassa auto: si pagherà settimanalmente per controllarla meglio | 200€ obbligatori se hai l’auto di proprietà
Giorgia Meloni (credit: By Vox España - CPAC 2022 con Hermann Tertsch y Victor Gonzalez., CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=126380852) - mobilitasostenibile.it
Il Governo ha approvato una nuova tassa legata all’auto, e si pagherà settimana per settimana. Ufficialmente serve a ‘monitorare meglio i consumi’.
Un’idea, forse una necessità. Ma comunque la si voglia leggere, una cosa è certa: una nuova voce è pronta a cambiare – di nuovo – il modo in cui si gestisce una delle spese più frequenti per chi guida. Non è una tassa come le altre, e nemmeno si presenta come tale. Almeno, non in modo diretto.
Il bello è proprio questo: è qualcosa che accadrà a tutti, ogni settimana, senza che nessuno ci faccia davvero caso. Ma a fine anno, il conto arriva. E per molti lo farà silenzio, senza avvisi.
Ma l’automobilista medio quel peso lo sente già, e non da oggi. Le segnalazioni si moltiplicano: non si tratta di una nuova parcella, ma della stessa di sempre, solo più cara. E spalmata bene, giorno dopo giorno. Settimana dopo settimana.
La nuova tassa auto sta mietendo già vittime
Nel cuore della prossima manovra economica c’è un intervento tanto tecnico quanto concreto: un riallineamento delle accise sui carburanti. In pratica, dal 2026 benzina e gasolio avranno la stessa tassazione. In sostanza: il diesel costerà di più, la benzina un po’ meno.
Si parla di un ritocco di circa 4 centesimi al litro, ma è sufficiente a far salire le spese settimanali di chi usa l’auto tutti i giorni. Chi riempie un serbatoio da 40 litri una volta a settimana si ritroverà a pagare qualche euro in più ogni volta, che alla fine dell’anno possono facilmente trasformarsi in oltre 150–200€ di costi aggiuntivi.
Non c’è nessun bollettino da pagare, dunque, e nessuna tassa scritta in chiaro. È un aumento invisibile, distribuito tra le pompe di rifornimento, che colpisce tutti allo stesso modo: pendolari, lavoratori, famiglie. E qui sorge spontaneo un dubbio.

Controllare i consumi o fare cassa?
La motivazione ufficiale parla di una scelta ‘ambientale’ e di ‘responsabilizzazione’ dei cittadini. Il gasolio, spiegano, non deve più godere di un trattamento di favore rispetto alla benzina. Un principio condivisibile, se non fosse che la misura – nei fatti – non risparmia nessuno.
Mentre il costo della vita continua a crescere, anche l’auto diventa un piccolo prelievo settimanale. Invisibile, ma regolare. E alla fine, la sensazione è sempre la stessa: ogni rifornimento pesa un po’ di più, ogni viaggio diventa un calcolo.
Forse è davvero un modo per spingere a consumare meno. O forse, più semplicemente, un altro modo per far quadrare i conti pubblici. Fatto sta che chi guida oggi non si limita più a girare la chiave: deve anche chiedersi quanto gli costerà arrivare a destinazione.
