UFFICIALE TARGA, se finisce con questo numero non puoi circolare in questi giorni: approvate le targhe alternate sempre

Targhe auto - mobilitasostenibile.it
Targhe alterne, giorni di circolazione decisi da un numero: l’inquinamento da traffico non è più sostenibile.
L’Europa spinge, l’Italia prova a stare al passo. E il cambiamento, stavolta, ha l’odore del gasolio e il suono delle vecchie caldaie accese a fatica.
L’emergenza climatica è ormai motore delle scelte politiche: Bruxelles chiede misure rapide e drastiche, e il Governo italiano – tra rinvii e proteste – comincia a muoversi. Dallo stop alle caldaie a gas alle ZTL sempre più estese, fino ai blocchi per le auto più inquinanti: quelle sigle – Euro 3, Euro 4, Euro 5 – sono diventate sinonimi di divieti.
Proprio sull’Euro 5 diesel si gioca ora la partita più delicata. Il blocco orario è stato rimandato al 2026, ma rimane il fatto che è necessario arrivare ad un compromesso. E quel compromesso potrebbe toccare tutti indipendentemente dal motore. Anzi, sta già succedendo.
Quando guidare dipende dalla targa
Quello che potrebbe sfiorare a breve il nostro Paese, in alcune aree del mondo è già realtà: non si può più circolare liberamente nemmeno se l’auto è in regola con bollo e revisione. Qui la regola è semplice, ma spiazzante: l’ultimo numero della targa decide se si può uscire o meno con la macchina. Se finisce per 1 o 2, per esempio, si resta fermi il lunedì. Se termina per 3 o 4, il martedì. E così via.
Non si tratta di targhe alterne come le abbiamo conosciute in passato, ma di un calendario fisso, che suddivide i giorni della settimana in base alle targhe. Questo gioco di numeri non dipende dalle emissioni del veicolo, ma mira a tagliare drasticamente il numero di veicoli in circolazione, riducendo le emissioni dove lo smog ha superato ogni limite tollerabile.
Una misura che può sembrare estrema, ma che in certe zone è ormai diventata l’unico modo per contenere un’emergenza fuori controllo. E in Italia?

La circolazione in auto a giorni alterni
Il quadro appena narrato può sembrare follia, ma è esattamente quello che accade a Manila (Filippine), una delle città più inquinate del mondo. A causa di un inquinamento atmosferico cronico, il governo ha adottato questa strategia rigida per limitare il traffico urbano, e la vita dei cittadini ruota letteralmente attorno alla loro targa. Niente eccezioni, nemmeno per i turisti.
Noi, fortunatamente, non siamo ancora a quei livelli. Ma se il problema delle emissioni non trova una risposta seria, questo modello potrebbe smettere di sembrare così lontano. Non sarà domani, forse nemmeno dopodomani – ma l’aria che respiriamo oggi è già un campanello d’allarme. Le città italiane più congestionate cominciano a segnare valori preoccupanti, e l’alternativa al cambiamento potrebbe essere una stretta simile.