Ultim’ora Giorgia Meloni, ecco i buoni pasto patentati: metti i tuoi dati sul sito e mangi gratuitamente ovunque
Buoni pasto patentati (credit: Wikimedia Commons) - mobilitasostenibile.it
Ultim’ora Giorgia Meloni, ecco i buoni pasto patentati: metti i tuoi dati sul sito e mangi gratuitamente ovunque.
L’idea sembra un’utopia: il governo che ti offre pranzi gratis solo perché hai la patente. Tanto strano che la notizia dei cosiddetti ‘buoni pasto patentati’ è diventata oggetto di attenzione per chi ogni giorno è costretto a usare un mezzo, spendendo tempo, energie e non solo.
Dopo settimane di discussioni, notizie fuorvianti e titoli poco chiari, si parla davvero di buoni pasto. E sì, c’entra anche il governo Meloni. Quello che sta prendendo forma è un dibattito molto più concreto rispetto al passato, legato sì alla patente, ma soprattutto alla conquista di un diritto: quello dei buoni pasto per chi, quel documento, lo utilizza ogni giorno per raggiungere la meta del suo posto di lavoro.
I buoni pasto patentati
Chi viaggia ogni giorno nel traffico cittadino sa quanto possa essere estenuante. C’è chi esce di casa la mattina, raggiunge il proprio ufficio e non deve spostarsi se non per tornare a casa la sera. Alcuni hanno persino la mensa aziendale, e la pausa pranzo è un’abitudine comoda e garantita.
Ma per molti altri non è così. C’è chi passa ore in autostrada, chi macina chilometri tra consegne e fermate, chi vive la strada come seconda casa – e spesso non ha il tempo, il luogo o le risorse per fermarsi a mangiare. Non è un lusso, è una necessità. O meglio, dovrebbe essere un diritto.
Molti lavoratori finiscono per saltare i pasti o per arrangiarsi spendendo soldi propri per quello che dovrebbe essere previsto dal datore di lavoro. Ed è proprio da qui che nasce la discussione sui nuovi buoni pasto ribattezzati in rete come buoni pasto patentati.

Cosa sono davvero i buoni pasto patentati
Dietro al titolo che sta circolando in rete c’è la discussione sul rinnovo del contratto nazionale trasporti e logistica, dove i sindacati hanno messo nero su bianco la richiesta di riconoscere anche agli autisti di camion e autobus un buono pasto o un’indennità equivalente per le ore passate al volante.
L’obiettivo è quello di dare pari dignità a chi lavora in movimento rispetto a chi resta in sede. Durante il 2024, nel pieno del tavolo di rinnovo del CCNL, i sindacati hanno chiesto che anche gli autisti abbiano diritto a un pasto garantito o a un buono che ne copra il costo.
Il governo Meloni, pur senza una norma dedicata, ha puntato sulla detassazione dei buoni pasto, aumentando la soglia di esenzione per spingere le aziende a concederli più facilmente. Si tratta di una misura pensata per alleggerire la pressione fiscale e rendere più conveniente per le imprese riconoscere ai lavoratori un pasto dignitoso, anziché un’indennità da stipendio. Tuttavia, per le aziende di trasporto, non vi sono ancora vincoli chiari. E questo rimane un punto interrogativo la cui parentesi non andrebbe chiusa.
