Urta un paletto con l’auto del car sharing: la riga è minuscola, la mail no | la franchigia nascosta nel contratto
Car sharing (Instagram) - mobilitasostenibile.it
Un leggero urto contro un paletto, un graffio quasi invisibile sulla carrozzeria: il giorno dopo arriva la mail del car sharing, con una penale che sembra l’ammontare di un incidente grave.
La scena è di quelle che possono capitare a chiunque. Rientro veloce, manovra stretta, il sensore che suona e un colpetto a un paletto basso che non si era visto nello specchietto. Si scende, si guarda: una riga sulla vernice, niente di più. Si chiude l’auto del car sharing, si termina il noleggio dall’app e si pensa che finisca lì. Invece no: poche ore dopo, o il giorno successivo, nella casella di posta compare una comunicazione lunga e dettagliata, con in allegato foto del danno e l’importo della penale.
La sorpresa è tutta in quella cifra: centinaia di euro per quella che, agli occhi dell’utente, è solo una “strisciata”. È a questo punto che molti scoprono sulla propria pelle cosa significa davvero “franchigia”, la parola che stava nascosta nei termini e condizioni accettati in fretta al momento dell’iscrizione. Secondo un approfondimento della Gazzetta dedicato proprio alle penali del car sharing, l’importo può arrivare anche a 500 euro in caso di danni imputabili all’utente.
La riga è minuscola, ma la franchigia è massima: come funziona davvero
Come nei contratti di noleggio tradizionale, anche nelle formule a minuti o a ore la responsabilità per il veicolo è chiara: se durante l’utilizzo si verifica un danno, il cliente ne risponde fino all’importo massimo previsto dalla franchigia. Non conta quanto sia “piccolo” il graffio, conta il fatto che la carrozzeria vada ripristinata. Per questo gli operatori fissano soglie standard – spesso nell’ordine di 250, 400 o 500 euro – che coprono gran parte delle riparazioni tipiche.
La mail che arriva dopo l’urto, dunque, non è un abuso improvvisato, ma l’applicazione di una clausola che l’utente ha accettato al momento della registrazione, quando ha collegato la carta di credito al servizio. La stessa Gazzetta ricorda che si tratta di penali espressamente indicate nel contratto di servizio, anche se molti le scoprono solo quando vedono l’addebito, spesso perché non hanno mai letto davvero i “termini e condizioni” prima di premere su “accetta”.

Le clausole che nessuno legge e le foto che ti salvano il portafogli
Dietro l’apparente comodità del “prendi e lascia” c’è quindi un contratto vero e proprio, con penali, franchigie e obblighi precisi. Alcuni operatori prevedono costi aggiuntivi per la gestione delle multe, per la pulizia straordinaria dell’abitacolo, per il mancato rispetto delle aree di parcheggio consentite, oltre alla quota per i danni alla vettura. Tutto questo è scritto nero su bianco, ma resta invisibile a chi si limita a usare l’app pensando che sia poco più di un “tap” per sbloccare l’auto.
Per difendersi dall’“effetto sorpresa” l’unica vera arma è la prudenza, prima ancora di iniziare il noleggio. Fotografare la vettura all’apertura e alla chiusura, segnalare subito dall’app eventuali danni preesistenti, leggere almeno le parti del contratto che riguardano penale e franchigia possono evitare contestazioni dolorose. Perché il graffio può essere minuscolo, ma se non si sa cosa si è firmato, la mail che arriva dopo l’urto rischia di essere molto più pesante del colpo al paletto.
