ZTL sempre più grandi ma meno auto pulite: cosa sta succedendo davvero nelle città | il paradosso che penalizza i residenti

Ztl (pexels)

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Le ZTL continuano ad allargarsi nelle grandi città con l’obiettivo dichiarato di ridurre traffico e inquinamento, ma i dati raccontano una realtà più complessa, in cui le auto diminuiscono solo in parte e i benefici ambientali non sempre seguono le aspettative.

L’idea alla base delle zone a traffico limitato è semplice: restringere l’accesso ai veicoli più inquinanti per migliorare la qualità dell’aria e la vivibilità urbana. Nella pratica, però, l’evoluzione del parco auto e le deroghe previste stanno producendo effetti meno lineari.

Il risultato è un paradosso che colpisce soprattutto i residenti, chiamati ad adattarsi a regole sempre più rigide senza percepire una reale diminuzione di traffico o un miglioramento netto delle condizioni quotidiane.

Area B e il dato che sorprende anche chi governa il traffico

Il caso di Milano è emblematico. Area B, una delle ZTL più grandi d’Europa, è stata pensata per limitare l’ingresso dei veicoli più inquinanti e accompagnare la transizione verso una mobilità più sostenibile. Eppure, secondo i dati ufficiali, nel corso dell’ultimo anno gli ingressi complessivi sono aumentati di circa lo 0,5 per cento. Un numero piccolo, ma significativo se inserito in un contesto di restrizioni sempre più estese.

Il dato diventa ancora più interessante se si guarda alla composizione del traffico. Le auto che entrano in Area B oggi sono mediamente meno inquinanti rispetto al passato, grazie alla progressiva esclusione dei veicoli più vecchi e all’aumento di quelli omologati secondo le normative Euro più recenti. Tuttavia, questo non si traduce automaticamente in meno auto sulle strade, ma in una diversa tipologia di veicoli ammessi.

Auto più nuove, ma non necessariamente meno traffico

Alla base del fenomeno c’è il rinnovo del parco auto. Negli ultimi anni molti automobilisti hanno sostituito veicoli diesel e benzina più datati con modelli Euro 5 ed Euro 6, ibridi o alimentati a GPL e metano. Queste vetture, pur essendo considerate “più pulite”, continuano a occupare spazio sulle strade, contribuendo alla congestione urbana soprattutto nelle ore di punta.

In altre parole, le ZTL non eliminano la domanda di mobilità privata, ma la rendono compatibile con i requisiti ambientali. Questo spiega perché, pur in presenza di regole più stringenti, il numero di auto autorizzate a circolare resti elevato. Per molti cittadini, l’auto resta il mezzo più comodo o necessario per spostarsi, soprattutto in assenza di alternative davvero efficienti.

Il peso delle deroghe e delle eccezioni

Un altro elemento chiave è rappresentato dalle numerose deroghe previste. Residenti, veicoli di servizio, auto per il trasporto di persone fragili, ma anche categorie professionali specifiche beneficiano di permessi che consentono l’accesso alle ZTL. Queste eccezioni, sommate nel tempo, finiscono per allargare le maglie del sistema, rendendo meno incisivo l’effetto complessivo delle restrizioni.

Dal punto di vista ambientale, i miglioramenti ci sono e vengono certificati dalle rilevazioni sulla qualità dell’aria, con una riduzione delle emissioni più nocive rispetto al passato. Tuttavia, per chi vive dentro le ZTL, la percezione quotidiana è spesso diversa: traffico presente, difficoltà di parcheggio e tempi di percorrenza che non migliorano in modo evidente.

Il paradosso vissuto dai residenti

Per i residenti il paradosso è evidente. Da un lato devono fare i conti con regole sempre più severe, limitazioni agli orari di accesso e vincoli sull’uso dell’auto. Dall’altro, non sempre vedono un alleggerimento concreto del traffico sotto casa. La sensazione diffusa è che il sacrificio richiesto non venga compensato da benefici immediatamente tangibili.

In molti casi, inoltre, il rinnovo del parco auto ha un costo economico significativo. Chi non può permettersi di cambiare veicolo rischia di essere escluso da ampie porzioni di città, mentre chi investe in un’auto più recente continua comunque a muoversi in un contesto congestionato. Questo alimenta la percezione di una transizione che pesa in modo diseguale sulle diverse fasce della popolazione.

ZTL (pexels)
ZTL (web)

Una transizione incompleta verso la mobilità sostenibile

Il quadro che emerge suggerisce che le ZTL, da sole, non bastano. Limitare l’accesso senza ridurre davvero il numero di auto in circolazione rischia di spostare il problema più che risolverlo. Per ottenere risultati più evidenti servono interventi paralleli sul trasporto pubblico, sulla frequenza dei mezzi, sulla capillarità delle linee e sull’integrazione con soluzioni alternative.

Solo in questo modo le città potranno trasformare l’ampliamento delle ZTL in un reale miglioramento della qualità della vita. Fino ad allora, il rischio è che il paradosso continui: zone sempre più grandi, regole sempre più stringenti, ma strade che restano affollate e residenti che faticano a riconoscere i vantaggi promessi.