“11.000€ a fondo perduto”: sbarca il nuovo ultrabonus auto | Sono tutti soldi a fondo perduto e erogati istantaneamente

Concessionaria auto e scritta "Ultrabonus auto" in primo piano

Bonus auto - mobilitasostenibile.it

Non è un prestito, non è uno sconto mascherato: sono soldi veri, a fondo perduto, da utilizzare per l’acquisto di un’auto nuova. 

Questa volta non si parla di bonus a metà, di rimborsi da rincorrere o di pratiche infinite. Con il nuovo ultrabonus auto si entra in un altro livello: fino a 11.000€ di incentivo a fondo perduto, erogati direttamente e senza giri di parole. Chi compra un’auto elettrica nuova si trova il prezzo abbattuto in modo secco, istantaneo, come se qualcuno avesse già pagato per lui.

E la cosa che colpisce di più è che queste risorse arrivano dal PNRR, soldi che sulla carta erano destinati alle colonnine di ricarica, ma che di fatto finiscono nelle tasche di chi si porta a casa una macchina nuova.

Non si parla più di detrazioni o crediti d’imposta, ma di contributi veri, subito scalati in fattura. Un fondo che vale circa 600 milioni di euro e che potrà essere richiesto a breve, fino a esaurimento delle risorse.

600 milioni di euro di bonus a fondo perduto finiti sulle auto

Il vero paradosso è qui: il PNRR aveva messo sul tavolo risorse enormi per costruire e potenziare la rete di ricarica pubblica. Ma la parte più visibile e immediata è finita direttamente a disposizione degli automobilisti, come incentivo sull’acquisto.

In pratica, invece di finanziare migliaia di colonnine, il fondo ha scelto di abbattere il prezzo delle auto nuove. Una scorciatoia che accelera le vendite, ma che lascia irrisolto il problema infrastrutturale: le macchine ci sono, le prese un po’ meno. Ecco perché si parla di ultrabonus: non solo perché la cifra è più alta del passato, ma perché il beneficio è diretto, immediato e senza filtri.

Coppia dentro a un concessionario che parla con il rappresentante
Bonus auto, come funziona – mobilitasostenibile.it

Quanto vale davvero l’ultrabonus

La cifra che fa discutere è proprio quella: 11.000€ netti a fondo perduto. Un importo riservato ai cittadini con ISEE sotto i 30.000€, ma solo se si rottama un’auto a benzina o diesel fino a Euro 4 compreso intestata da almeno 12 mesi. Per chi ha un reddito familiare tra 30.000 e 40.000€, la somma scende a 9.000€. E per le micro-imprese c’è un capitolo a parte: fino al 30% del costo del veicolo, con un tetto di 20.000€, se acquistano veicoli commerciali elettrici.

In tutti i casi, i soldi non passano dal conto del consumatore ma diventano sconto immediato in fattura, applicato dal concessionario. Nessuna burocrazia complicata, nessun rimborso da attendere: è il rivenditore a prenotare il contributo sulla piattaforma MIMIT e a recuperarlo poi come credito d’imposta. Per l’automobilista l’effetto è semplice: un taglio netto sul prezzo di listino, subito visibile nel preventivo.

I decreti attuativi partiranno tra settembre e ottobre 2025, con scadenza fissata al 30 giugno 2026 o fino a esaurimento dei fondi PNRR. Ecco perché conviene tenersi aggiornati e muoversi in fretta: le risorse sono limitate e il rischio che vadano esaurite in poche settimane è più che concreto.