845€ al mese di bonus, scatta subito se ti presenti con la patente B: c’è solo un requisito | Sono soldi a fondo perduto

Il bonus richiedibile con la patente di guida - mobilitasostenibile.it
Un aiuto che può arrivare fino a 845€ al mese, ma che in pochi sfruttano: si può richiedere con la patente di guida.
In un Paese dove anche fare il pieno o la spesa è diventato un lusso, la voce di un bonus da 845€ al mese fa il giro delle famiglie come una fiammata. La regola, raccontata così, pare quasi assurda: presentarsi con la patente B e ottenere soldi a fondo perduto. Eppure, come spesso accade, le cose non sono mai così lineari.
Il documento c’entra, sì, ma non è il vero cuore della misura. La patente diventa solo il simbolo di una burocrazia che chiede di identificarsi per accedere a quello che, in realtà, è uno degli aiuti sociali più importanti del momento.
Cos’è davvero il bonus da 845€
L’aiuto in questione è nientemeno che l’Assegno di Inclusione, attivo dal 2024 e rafforzato nel 2025, pensato per le famiglie con redditi bassi o nulli. L’importo massimo arriva proprio a quota 845€ al mese, ma solo in casi precisi e con un ISEE entro i 10.140€.
In alternativa, la cifra scende a circa 500–550€, mentre per chi ha qualche entrata extra l’importo viene rimodulato. La patente B – insieme alla carta d’identità o al passaporto – serve soltanto per identificarsi al momento della domanda, che si presenta tramite portale INPS o patronato nel caso in cui si fosse senza carta d’identità per dimenticanza, deterioramento o smarrimento.
Non è di certo il documento a fermare la procedura, insomma. Il punto centrale è che molte persone potrebbero davvero ricevere oltre 800€ al mese, ma perdono questa possibilità perché pensano che il loro ISEE sia troppo alto.

Quando scatta davvero l’importo massimo
Per capire meglio la questione, facciamo qualche esempio concreto. Il primo caso, nonché il più comune, è quello di una famiglia di 4 persone: due genitori rimasti senza lavoro e due figli piccoli, con un ISEE già basso da anni. Senza entrate e con un affitto da 400 €, l’Assegno di Inclusione può arrivare a coprire quasi tutto, toccando gli 845€ al mese. È il tetto massimo, quello che fa dire che lo Stato – almeno per questa volta – si sostituisce al reddito mancante.
Stesso discorso se guardiamo a un nucleo con tre figli minori: anche senza affitto da pagare, la scala di equivalenza sale e l’importo si avvicina comunque al limite. È la dimostrazione che il numero dei componenti pesa più di qualsiasi altro fattore.
Poi c’è il caso dei nonni che tirano avanti con poco: una coppia over 67, senza pensione o con assegni troppo bassi, può rientrare nelle stesse cifre. Non sono famiglie modello, ma ritratti concreti di chi vive con ISEE bassissimo e reddito zero.
In queste situazioni l’assegno diventa un vero paracadute sociale, che in teoria dovrebbe garantire almeno un reddito minimo. E la patente, almeno in parte, diventa una porta d’accesso.