Auto intestata ad un altro, scatta il divieto di guida: deve esserci il tuo nome sul libretto | Non fanno sconti a nessuno

Libretto di circolazione

Auto intestata ad un'altra persona - mobilitasostenibile.it

Fine dei giochi per tutti quelli che intestano l’auto a un’altra persona, o guidano ogni giorno quella di qualcun altro: la legge non ammette raggiri.

L’Italia è un Paese meraviglioso, fatto di cultura, buon cibo e tanta burocrazia. E proprio quella burocrazia che – sebbene abbondante – è spesso frivola e facile da aggirare. Ed è qui che entra in gioco il caso dell’auto intestata sì a qualcuno, ma utilizzata da un altro.

Ecco, lo spettro si allarga: può trattarsi di un familiare che ha deciso di condividerla con noi o, più frequentemente, di qualcuno che – con qualche grana col Fisco – ha preferito intestare il veicolo a un’altra persona.

Beh, qualunque sia il caso, non è tanto la parte fiscale ad interessare le forze dell’ordine, quanto chi guida quel veicolo e per quale motivo lo fa.

Guida di un auto intestata ad un altro: scatta la multa fino a 3.000€

L’art. 94, comma 4-bis, del Codice della Strada è abbastanza chiaro in merito: “chi utilizza per più di 30 giorni consecutivi un veicolo non intestato a proprio nome deve essere registrato come utilizzatore”. Non importa se è un amico, un fratello che vive altrove o il partner con residenza diversa: dopo 30 giorni, va tutto dichiarato alla Motorizzazione Civile.

Chi non lo fa rischia sanzioni che possono arrivare fino a 3.000€. E attenzione: la verifica può arrivare anche in fase di controllo su strada, attraverso i database delle forze dell’ordine. Per fare ciò vengono incrociati dati anagrafici, residenze, dichiarazioni assicurative e perfino precedenti utilizzi del mezzo.

Unica eccezione? I conviventi: genitori, coniugi, figli che abitano insieme possono usare l’auto liberamente, senza limiti di tempo. Chi invece non risiede con il proprietario deve rispettare le regole. Anche un figlio che si è trasferito per lavoro o studio viene considerato ‘esterno al nucleo’, e deve procedere con la registrazione.

E non dimentichiamo che i neopatentati devono comunque rispettare limiti di potenza ben precisi, indipendentemente dall’intestazione del veicolo. Anche se l’auto è di famiglia, non tutto è permesso. Ma cosa succede se si intesta l’auto ad un’altra persona? E come si segnala il fatto di essere i reali utilizzatori?

Uomo che da le chiavi dell'auto alla figlia
Auto personale intestata ad un altro – mobilitasostenibile.it

Come si registra il conducente e cosa cambia davvero

Per evitare problemi, si può procedere con un contratto di comodato d’uso, registrato alla Motorizzazione Civile. Serve il modulo TT2119, una dichiarazione firmata dal proprietario e, in alcuni casi, una marca da bollo. Una formalità che consente di indicare in modo ufficiale chi è l’utilizzatore abituale dell’auto, e per quanto tempo. Nel caso in cui l’auto fosse utilizzata anche dal reale proprietario, la procedura è simile, sebbene con alcune differenze che vedono la seconda persona solo come un utilizzatore abituale.

Nessuna conseguenza per il Fisco, né sull’intestazione del mezzo – così, per la cronaca. Il comodato non implica passaggi di proprietà né problemi economici. Serve solo a dire, nero su bianco, che quell’auto, anche se non è nostra, la stiamo usando in modo continuativo. E lo facciamo in regola. Perché altrimenti, oggi, basta una pattuglia e ci si ritrova con 3.000€ di multa senza neanche saperlo.