“Mi dia patente, libretto e deodorante”: al posto di blocco la multa è assicurata se puzzi | La nuova legge contro i lavoratori

Posto di blocco

Posto di blocco - mobilitasostenibile.it

Le forze dell’ordine possono controllare lo stato della propria igiene personale? Uno scherzo? No, e conviene tenere un deodorante a bordo.

“Favorisca patente, libretto e… deodorante”: sì, può suonare inusuale, e anche alquanto imbarazzante, eppure la legge non tollera più la cattiva igiene, specialmente se con noi ci sono altri passeggeri a bordo che devono subirla. Sebbene il deodorante non sia espressamente richiesto, ometterlo dal nostro abitacolo potrebbe costarci caro – decisamente più di quei pochi secondi in cui converrebbe darci una rinfrescata.

Ed è proprio il caso controverso che stiamo per raccontarvi a mettere in luce una realtà scomoda, fatta di controlli estivi in cui un lavoratore può sudare semplicemente facendo il proprio dovere, o un padre di famiglia può ritrovarsi a puzzare dopo una maratona al mare con i figli piccoli.

Insomma, la situazione ha del tragicomico, ma quello che fa più specie è proprio il fatto che alcune leggi sono davvero scontate, mentre altre nessuno se le aspetterebbe mai. Eppure le conseguenze sono reali, tangibili e – se dobbiamo dirla tutta – anche alquanto desolanti.

Quando il nostro odore l’odore può creare problemi alla guida

L’odore è un po’ come l’intuito: non ha una forma, ma si fa sentire forte e chiaro. Basti pensare a chi beve alla guida e, con un alito chiaramente intriso di vino, ha l’alcol test praticamente assicurato. Ma lì si parla di Codice della Strada, di pericolo e di sostanze vietate. Certo, anche il sudore ha una componente alcolica, ma non per questo ha mai alterato i riflessi di nessuno. Nessuno, a parte chi è costretto a sentirlo.

Eppure nemmeno un nostro amico o familiare si metterebbe mai a segnalare l’olezzo di un passeggero alle forze dell’ordine: sarebbe imbarazzante. Ma ora non serve più. Perché, per assurdo, esiste una legge che autorizza i controlli anche in tal senso.

Uomo che guida l'auto d'estate
Cattivo odore alla guida, quando diventa un problema – mobilitasostenibile.it

Tassisti fuori servizio se ‘puzzano’

Nel 2014, l’aeroporto internazionale di San Diego ha introdotto una norma singolare: tra i 52 criteri per far salire i tassisti in servizio, uno riguarda l’odore corporeo. I conducenti giudicati ‘non igienicamente puliti’ – quindi con abiti sporchi o odori sgradevoli – potevano essere rimossi temporaneamente dalla fila dei taxi.

L’obiettivo era offrire ai passeggeri appena atterrati un’accoglienza decorosa. Ma la regola ha sollevato un polverone, perché circa il 90% dei tassisti era composto da immigrati, soprattutto africani, e in molti hanno denunciato un trattamento discriminatorio mascherato da decoro pubblico. La questione dell’odore – soggettiva, culturale e spesso stigmatizzante – ha generato proteste e articoli sulla stampa internazionale.

Eppure, a distanza di anni, quella norma è ancora lì, formalmente in vigore. A ricordare che a volte la realtà supera il grottesco… e che un deodorante può fare la differenza tra lavorare e tornarsene a casa.