Ultim’ora bollo auto, l’Unione Europea colpisce l’Italia: “Dovete dirgli addio” | Giorgia Meloni colpita nel profondo, costerà molto meno

Addio al bollo auto? - mobilitasostenibile.it
Entro il 2026, il bollo auto potrebbe vedere un cambio di rotta: torna la proposta della scatola nera che darà filo da torcere all’Italia.
Correva l’anno 2018 quando l’Unione Europea, per la prima volta, accese l’entusiasmo degli automobilisti con una proposta che sembrava una rivoluzione. Un solo bollo per tutti, finalmente equo, calcolato in base all’uso reale del veicolo e all’impatto ambientale. Addio cavalli fiscali, Superbollo italiano e tariffe regionali: al loro posto, una tassa intelligente, proporzionata ai chilometri percorsi e alla classe inquinante. Non un sogno utopico, ma una riforma concreta, discussa e approvata dal Parlamento europeo, con tanto di tabella di marcia.
Da allora, quell’idea ha preso forma. Chi usa di più l’auto e inquina di più, paga di più. Chi guida poco e ha un’auto pulita, spende meno. E a completare il quadro, il progetto di un Telepass unico europeo per dire addio alle mille scatole diverse da un confine all’altro. Una semplificazione promessa per il 2026. Ma oggi, a sei anni di distanza, a che punto siamo davvero? E soprattutto, gli automobilisti italiani potranno ben presto cantare vittoria?
Il nuovo bollo oggi: cosa c’è già e cosa è in fase di rodaggio
Dal 2023, la Germania ha adottato il nuovo sistema: pedaggi più alti per i veicoli inquinanti, sconti per quelli ecologici. La Danimarca lo seguirà dal 2025.
Austria, Polonia, Slovacchia: tutti in movimento. La logica è chiara, il principio semplice: paga di più chi consuma di più. L’esperimento riguarda i mezzi pesanti, ma è il banco di prova per il resto. Il meccanismo c’è, la tecnologia pure. Quello che manca è la volontà politica. Intanto, il conto alla rovescia scorre anche in Italia insieme all’attesa di tutta la categoria di automobilisti.

Eurobollo: una scadenza che rischia di esplodere
Entro il 25 marzo 2026, i pedaggi su base CO₂ diventeranno obbligatori anche per furgoni e minibus. Entro il 2030, le vignette temporanee spariranno: sulle principali strade europee si pagherà in base ai chilometri percorsi. L’Italia, come altri Paesi, ha sfruttato ogni mese utile concesso dalla direttiva. Ma a oggi non ha ancora recepito nulla. E la pressione aumenta.
Quella che sembrava una proposta lontana potrebbe presto cambiare il destino di milioni di automobilisti. Perché la riforma non è sparita, è semplicemente in fase di scadenza. E quando scatteranno gli obblighi veri, il rischio è che l’Italia si ritrovi con le spalle al muro. Non solo gli automobilisti, ma anche Giorgia Meloni e i Comuni, che oggi controllano il gettito del bollo e domani potrebbero doverlo cedere o riscrivere da zero.