Limite anagrafico su tutte le strade italiane: a 75 anni cessate di guidare | Dovete posare l’auto e andare a piedi

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La legge italiana prevede severe leggi in merito alla guida dopo una certa soglia di età: ecco cosa accade agli over 75.
In Italia non esiste ancora un’età precisa oltre la quale si deve smettere di guidare per legge, ma esistono delle condizioni vincolanti.
Per molti, indubbiamente, l’auto significa libertà e autonomia, e con il passare degli anni è naturale chiedersi fino a quando si potrà continuare a farlo in sicurezza.
Il Codice della Strada ha stabilito regole chiare in merito : non c’è una revoca automatica della patente, ma controlli medici che diventano sempre più frequenti dopo i 70 anni.
Proprio intorno ai 75 anni si apre spesso il dibattito perché ci si trova ad avere a che fare con un’età in cui crescono i casi di problemi di salute o disabilità che possono rendere rischiosa la guida. Per questo motivo le visite mediche diventano fondamentali e rappresentano la condizione necessaria per mantenere la patente.
Rinnovo della patente dopo i 70 anni: come funziona
Le scadenze per il rinnovo della patente cambiano con l’età. La patente B, ad esempio, dura 10 anni fino ai 50 anni, 5 anni fino ai 70 e poi soltanto 3 anni fino agli 80. Superata questa soglia, il rinnovo è valido al massimo 2 anni. Non si tratta di una penalizzazione verso chi è più anziano, ma di un modo per controllare meglio le condizioni fisiche e psicologiche di chi guida.
In caso di malattie croniche, come diabete o problemi al cuore, la scadenza può essere ancora più breve perché servono certificati medici aggiuntivi. Per questo motivo il riferimento ai 75 anni non è una regola scritta nella legge, ma riflette il fatto che in quella fascia di età aumentano molto i problemi di salute che possono influire sulla sicurezza stradale.

Quali sono le visite mediche a cui sottoporsi e i requisiti di idoneità da rispettare
Dopo i 70 anni bisogna ricordarsi che ogni rinnovo richiede una visita medica approfondita. Si controllano vista, riflessi, capacità motorie e, se ci sono malattie croniche, anche la stabilità della situazione clinica. A volte servono esami o certificati specialistici: per i diabetici, ad esempio, occorre dimostrare che non ci siano rischi di cali glicemici improvvisi; per chi ha avuto interventi cardiovascolari serve la conferma che le condizioni siano sotto controllo.
In questa procedura il medico ha l’ultima parola. Dopo la visita decide se la persona può continuare a guidare oppure no. In sintesi, quindi, la normativa italiana non stabilisce un’età massima obbligatoria, ma prevede controlli sempre più ravvicinati che, soprattutto dopo i 75 anni, diventano una garanzia per la sicurezza di tutti.