Nuovissima tecnica di furto, stanno rubando a tutti questa cosa in auto: in 3 minuti ti lasciano rovinato | È un pezzo costosissimo

Auto parcheggiata in una zona buia e chiusa

La nuova tecnica di furto auto - mobilitasostenibile.it (1)

I ladri stanno rubando questi componenti dell’auto: sembra un banalissimo furto, ma in realtà hanno provato ad accendere il veicolo.  

In Europa vengono rubate oltre 140 auto ogni giorno, ma il dato reale è ancora più inquietante. Perché non si parla solo di furti completi, ma anche di tentativi ‘chirurgici’ che mirano a una singola parte dell’auto. E a volte, è proprio quel dettaglio a costare più di tutto.

Non servono più i soliti metodi. Niente chiavi clonate, niente effrazione evidente. I nuovi ladri studiano, si aggiornano, usano strumenti sempre più mimetici. E quando colpiscono, spesso non si capisce nemmeno se si tratti di un tentato furto o di un danno accidentale.

In realtà, dietro quei graffi sospetti sul paraurti o quel faro leggermente spostato, c’è un mondo di tecniche evolute che passano inosservate ma mirano dritte al cuore dell’elettronica di bordo.

Non puntano all’auto intera, ma al suo punto più debole

Parlando con esperti di sicurezza automobilistica, emerge una tendenza inquietante: non è più il veicolo in sé a interessare, ma i suoi ‘nodi vitali’. Il bersaglio, spesso, è l’accesso fisico al sistema CAN Bus – quella rete interna che permette a tutti i componenti dell’auto di comunicare tra loro.

Secondo le segnalazioni più recenti, le zone preferite dai ladri sono i fari anteriori, i paraurti e i portelloni posteriori. Perché proprio lì? Perché sono i punti in cui è più facile raggiungere i cavi che portano al CAN Bus. Una volta bucata la carrozzeria, basta connettere un dispositivo apposito e il gioco è fatto: la macchina si apre, si accende, e sparisce in meno di tre minuti. Se non ci riescono ma lo danneggiano comunque? Riparare quel pezzo può costare molto caro.

Ma la novità più assurda è un’altra: il dispositivo usato per entrare è spesso camuffato da speaker Bluetooth portatile. Sì, proprio una cassa JBL da picnic. Dentro, al posto della musica, un microchip programma l’auto a credere che la chiave sia presente. E il resto è storia. È successo in Inghilterra, con una Toyota RAV4, ma riguarda ormai tutta Europa.

cassa JBL
Furto auto con cassa JBL – mobilitasostenibile.it

Come difendersi (davvero) dalla tecnica della cassa Bluetooth per i furti d’auto

I vecchi consigli – antifurto, allarme, parcheggio custodito – hanno ancora il loro perché, ma oggi non bastano più. I ladri sono avanti anni luce, ed è il caso di esserlo anche noi. Vale la pena iniziare da una semplice domanda al proprio meccanico: esistono protezioni fisiche per fari o radar? In alcuni modelli sì, e possono fare la differenza.

Chi vuole dormire sonni più tranquilli dovrebbe valutare l’installazione di un immobilizzatore evoluto come CanLock. Non si limita a bloccare il motore: rileva i segnali anomali sulla rete CAN e impedisce l’avvio dell’auto anche in caso di attacco ben riuscito.

Ma c’è un dettaglio che sfugge quasi sempre: i cosiddetti ‘danni leggeri’. Un faro leggermente disallineato, un graffio sul paraurti, una guarnizione che sembra staccata. Piccolezze, all’apparenza. Ma potrebbero essere i segni lasciati da un tentativo d’accesso, magari fallito, forse rinviato.

L’ultimo consiglio è quello più semplice e più ignorato: non fidarsi troppo della tecnologia. Ogni auto moderna ha una rete interna vulnerabile, e in troppi sanno come sfruttarla meglio di chi guida. A volte basta un accessorio da 10€ e un paio di minuti. Esattamente il tempo che serve per sparire con la nostra auto.