Multe, se ti dimentichi chi guidava sei rovinato: 1000€ di multa | Lo devi comunicare per forza

Ragazzo-disperato-Foto-di-Mental-Health-America--(MHA-da-Pexels-MobilitàSostenibile.it

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Quando si tratta di controlli stradali ci sono dimenticanze che possono costare molto caro e far lievitare in modo considerevole l’importo delle sanzioni: ecco a cosa fare attenzione.

Ricevere una multa è sempre una seccatura, ma quando oltre al pagamento c’è l’obbligo di dichiarare chi guidava il veicolo la situazione diventa ancora più delicata.

Questa circostanza si verifica nel caso di infrazioni che prevedono anche la decurtazione dei punti dalla patente. Per poter effettuare la sottrazione dei punti, le autorità devono sapere con certezza chi fosse al volante.

Non si tratta di una formalità, ma di un obbligo preciso che ricade sul proprietario del mezzo, anche se quel giorno non era al volante. Se l’auto viene utilizzata da più persone, come in molte famiglie o aziende, ricostruire chi fosse alla guida può essere complicato.

Non rispondere alla richiesta, però, non è una strada percorribile: il silenzio o l’omissione fanno scattare un’ulteriore sanzione, molto più pesante della prima.

Comunicare i dati di chi guida un veicolo multato: l’obbligo previsto dall’articolo 126 bis

Il Codice della Strada, all’articolo 126 bis, stabilisce che chi riceve una multa per posta ha 60 giorni di tempo per comunicare i dati del conducente. La decurtazione dei punti, infatti, è una sanzione personale e deve colpire solo chi ha commesso l’infrazione. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 27 del 2005, ha ribadito questo concetto. Il proprietario, se non era alla guida, deve quindi indicare la persona che stava usando l’auto.

In assenza di questa importante comunicazione la legge determina una violazione autonoma, punita con una nuova multa che può variare da 286 euro a oltre 1.100 euro. In pratica, pagare la prima contravvenzione non basta perché arriva un secondo verbale che pesa ancora di più sul portafogli.

Guidare-auto-Foto-di-Kei-Scampa-da-Pexels-MobilitàSostenibile.it
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Dimenticanze ed omissioni: i casi in cui la sanzione aumenta

Il vero problema emerge quando non si ricorda chi stava guidando. Non è raro che il verbale arrivi mesi dopo e diventa difficile ricostruire l’episodio. Su questo punto è intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza n. 165 del 2008. Secondo quanto stabilito dai giudici non si può obbligare un cittadino a ricordare ogni dettaglio della propria vita, ma è necessario fornire spiegazioni concrete.

Possono essere considerate motivazioni plausibili il ritardo nella notifica, l’uso condiviso dell’auto da parte di più persone oppure eventi eccezionali, come un furto. Se le giustificazioni non convincono l’autorità, la multa aggiuntiva scatta comunque. In questi casi resta la possibilità di fare ricorso al Giudice di Pace, ma intanto la risposta va sempre data entro i tempi previsti.