UFFICIALE PATENTE B, arriva il controllo semestrale: ogni 6 mesi check dal medico obbligatorio | Se non vai ti levano il documento

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Per poter continuare a guidare anche in presenza di alcune condizioni specifiche è necessario sottoporsi a determinati controlli medici: ecco quali e quanti.
L’American Academy of Neurology (AAN), una delle principali organizzazioni mondiali di neurologia, ha pubblicato un documento che chiede più attenzione ai controlli sanitari per chi soffre di crisi epilettiche e possiede la patente di guida.
L’obiettivo è ridurre i rischi su strada e garantire che chi guida sia davvero idoneo, senza però penalizzare chi riesce a convivere con la malattia in modo stabile.
Secondo le nuove linee guida chi ha avuto una crisi epilettica dovrebbe sospendere la guida per almeno tre mesi, anche se il periodo può cambiare in base alla gravità e alle cause del disturbo.
Se la crisi è legata a fattori temporanei, come febbre o infezioni, la sospensione potrebbe essere più breve. Nei casi di crisi ricorrenti o legate a stress e mancanza di sonno, invece, è previsto un monitoraggio più attento da parte dei medici.
Cosa prevede la legge italiana sulla patente B per chi soffre di epilessia
In Italia la guida per chi soffre di epilessia è regolata dal Decreto legislativo 18 aprile 2011, n. 59. Chi ha una patente B può tornare a guidare solo dopo un anno senza crisi. Sono necessari la certificazione di un neurologo e l’approvazione della Commissione medico-legale. Chi ha avuto un solo episodio deve invece aspettare sei mesi, mentre se la crisi è stata causata da un fattore eccezionale, il via libera può arrivare anche subito.
Il tema è tornato attuale grazie a un disegno di legge proposto dalla senatrice Licia Ronzulli, che vuole chiarire meglio le regole e le responsabilità. Come spiega Carlo Andrea Galimberti, presidente della Lega Italiana Contro l’Epilessia, la proposta punta a responsabilizzare il paziente, che dovrà auto-segnalare la propria condizione alla Motorizzazione, in modo da evitare segnalazioni forzate da parte dei medici.

Quali sono le responsabilità del paziente epilettico che si mette al volante
Le nuove indicazioni concordano su un punto importante: il medico deve informare, ma non è obbligato a segnalare. I dati raccolti mostrano che l’obbligo di denuncia non riduce gli incidenti, ma spinge molti pazienti a nascondere la propria condizione o a non curarsi. Per questo motivo la responsabilità deve restare al paziente. Quest’ultimo deve essere consapevole dei rischi e sospendere la guida finché non riceve l’idoneità.
Chi guida nonostante il divieto può andare incontro a sanzioni penali e problemi assicurativi in caso di incidente. Durante i cambi di terapia, inoltre, è vietato mettersi al volante. Chi non ha crisi da almeno cinque anni deve comunque sottoporsi a controlli periodici, mentre chi è libero da crisi da dieci anni non ha più limitazioni.