Addio alle targhe polacche: napoletani avvisati, mezzi salvati | Il trucco geniale per stanarli

Targhe auto

Quando la targa determina il bollo auto - mobilitasostenibile.it

A Napoli il boom di targhe polacche è arrivato al capolinea: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prepara una stretta mirata e i “furbetti” rischiano di essere stanati con un trucco a prova di scappatoia.

Per anni le targhe polacche a Napoli sono state quasi un elemento del paesaggio: auto e scooter immatricolati all’estero ma guidati da residenti italiani, usati per aggirare assicurazioni alle stelle, bollo e multe. Secondo i dati del registro nazionale dei veicoli esteri REVE, nel capoluogo campano circolano circa 35.000 targhe straniere su 53.000 totali in Italia, e la maggior parte è polacca. Un’anomalia talmente evidente da aver allarmato non solo le autorità italiane, ma persino le compagnie assicurative in Polonia.

Un portale specializzato in sicurezza stradale spiega come funzionava la pratica “borderline”: l’auto veniva cancellata dal PRA italiano, reimmatricolata in Polonia tramite un intermediario e poi “noleggiata” di nuovo al proprietario italiano. Sulla carta il veicolo risultava di una società polacca, nella realtà restava sempre nelle stesse strade di Napoli. Così si sfruttavano le norme che consentono di circolare in Italia con veicoli esteri dati in leasing o noleggio, pur se l’utilizzatore è residente nel nostro Paese.

Napoli capitale delle targhe straniere: perché il giochetto conveniva così tanto

Il meccanismo era conveniente su più fronti. Con una targa polacca il premio della RC auto crollava, perché in Polonia i prezzi sono fino a otto volte inferiori rispetto a quelli applicati a Napoli, una delle città più care d’Italia per l’assicurazione. In più, il proprietario evitava il pagamento del bollo auto italiano e rendeva molto più complicato notificare multe o procedere ai risarcimenti dopo un incidente. Una norma nata per favorire il noleggio transfrontaliero veniva così trasformata in un escamotage per tagliare i costi scaricandoli, di fatto, su altri automobilisti.

Il fenomeno ha però iniziato a pesare anche sui portafogli dei cittadini polacchi. Le compagnie assicurative, tramite la loro associazione di categoria, hanno segnalato che ogni frode o uso distorto delle polizze aumenta i costi medi e quindi i premi per tutti. Da qui la decisione di correre ai ripari, incrociando i dati di diversi database per individuare i veicoli immatricolati in Polonia che, di fatto, non hanno mai messo ruota sul suolo polacco e circolano stabilmente in Italia.

Targhe auto straniere
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Il trucco anti-furbetti: banche dati incrociate e nuova norma del MIT

Il vero “trucco geniale” per stanare i furbetti nasce proprio dall’alleanza tra chi gestisce le banche dati in Polonia e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano. Da Varsavia le compagnie iniziano a bloccare o non rinnovare le polizze sospette, segnalando i casi alle autorità competenti. Da Roma, il MIT ha fatto sapere di lavorare a una modifica del Codice delle assicurazioni per fermare in modo strutturale l’uso fraudolento delle targhe estere, rendendo più rigidi i controlli sui contratti di noleggio e sul reale luogo di circolazione dei mezzi.

L’obiettivo è semplice: rendere sconveniente il giochino delle immatricolazioni fittizie in Polonia e riportare nella legalità migliaia di auto che oggi viaggiano in una zona grigia. Incrociando REVE, dati assicurativi e nuove regole, i napoletani “avvisati” sanno che l’era delle targhe furbe sta finendo: chi non rientra nei limiti rischia di perdere il vantaggio economico e, soprattutto, di vedere il proprio mezzo fermato e sanzionato. Per i veicoli onesti, invece, è un modo per essere finalmente “salvati” dalla concorrenza sleale di chi finora ha giocato con le regole.