Ultim’ora: è morta la BMW (così come la conoscevamo) | Cambiato il CEO dalla sera alla mattina: chi è Nedeljković

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Scossone ai vertici del BMW Group: il consiglio di sorveglianza ha nominato Milan Nedeljković nuovo numero uno del marchio bavarese, decretando la fine dell’era Oliver Zipse e aprendo una fase che in molti definiscono già la “nuova BMW”.

L’annuncio è arrivato all’improvviso, con toni freddi da comunicato ufficiale ma con un effetto immediato sul mondo dell’auto. Quella che qualcuno ha già bollato come la “morte della BMW che conoscevamo” segna il passaggio di testimone tra Oliver Zipse, al comando dal 2019, e Milan Nedeljković, manager di casa con una lunga esperienza nelle fabbriche e nei processi produttivi del gruppo. Formalmente il cambio scatterà dal 14 maggio 2026, dopo l’assemblea annuale, ma la direzione del marchio è già tracciata.

Secondo quanto comunicato dal gruppo tedesco, Nedeljković diventerà Chairman of the Board of Management, cioè il nuovo CEO, con un mandato che dovrebbe durare fino al 2031. Una scelta che parla chiaro: mettere al vertice uno “specialista di produzione” significa puntare tutto su efficienza industriale, elettrificazione sostenibile e gestione chirurgica dei costi, in un momento in cui il mercato sta cambiando pelle tra auto elettriche in affanno e motori tradizionali ancora molto richiesti.

Chi è Milan Nedeljković, l’uomo chiamato a cambiare la BMW

Classe 1970, origini serbe e carriera interamente costruita dentro il BMW Group, Milan Nedeljković è l’uomo delle fabbriche. Per anni ha guidato l’area Produzione, seguendo da vicino stabilimenti, catene di montaggio e transizione verso impianti sempre più flessibili, capaci di costruire modelli termici, ibridi ed elettrici sulla stessa linea. Non il classico CEO “da salotto finanziario”, ma un tecnico-manager che conosce il marchio partendo dal pavimento dell’officina.

La sua promozione viene letta come la risposta a una sfida doppia: da un lato la concorrenza delle auto cinesi a basso costo, dall’altro la necessità di rendere profittevole la nuova generazione di modelli elettrici basati sulla piattaforma Neue Klasse. Per riuscirci, servirà una BMW capace di restare premium senza diventare inaccessibile, di continuare a costruire berline e SUV che “guidano da BMW” ma con processi industriali più snelli e scalabili. È esattamente il terreno su cui Nedeljković ha costruito la propria reputazione interna.

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Perché molti dicono che è “morta” la vecchia BMW

Lo slogan “è morta la BMW che conoscevamo” nasce dalla sensazione che questo cambio di pilota segni il punto di non ritorno. Con Zipse si era già vista una linea forte sulla neutralità tecnologica, con la difesa dei motori termici accanto all’elettrico. Con Nedeljković, secondo molti osservatori, l’attenzione si sposterà ancora di più su come produrre in modo efficiente qualsiasi tipo di propulsione, riducendo sprechi e complessità di gamma per restare competitivi in un mondo che corre.

I tifosi del marchio sperano che la nuova era non significhi addio definitivo a sei e otto cilindri, coupé sportive e berline “alla vecchia maniera”, ma piuttosto una BMW capace di tenere insieme tradizione di guida, lusso sobrio e nuove tecnologie. Il fatto che la mossa sia arrivata “dalla sera alla mattina” ha sorpreso molti, ma manda anche un messaggio preciso: a Monaco non si vuole subire il cambiamento, ma guidarlo. Ora tocca a Milan Nedeljković dimostrare se la BMW del dopo-Zipse saprà ancora far battere il cuore degli appassionati, oltre che far quadrare i conti in bilancio.