ADDIO revisione auto, non serve più a niente: eliminata la tassa distruttiva

Addio revisione auto - mobilitasostenibile.it
Nuovi cambiamenti nel decreto revisione: cosa è successo e perché si è arrivati all’addio dell’obbligo di controllo dei veicoli.
La revisione auto è di nuovo sotto la lente d’ingrandimento. Da anni l’Italia e i Paesi europei si dividono su una misura che accompagna gli automobilisti da decenni. C’è chi la considera inutile, oltre che un costo aggiuntivo da affrontare ogni due anni, e chi invece si batte per farne capire l’importanza.
Un’Europa sospesa, dove le discussioni si sono più volte accese intorno a questa misura, soprattutto ora che la sicurezza stradale e il controllo delle emissioni tornano protagonisti.
Quindi possiamo davvero dire addio alla revisione obbligatoria? Tutto è iniziato dalla Francia, il Paese che con la sua scelta ha fatto da spartiacque.
Addio revisione: dove tutto è iniziato
Nel 2022 la Francia decise di ascoltare le proteste di migliaia di motociclisti e abolì la revisione obbligatoria per moto, scooter e quadricicli. Una piccola rivoluzione, seguita dalla Danimarca, che scelse però di sostituirla con controlli a campione su strada.
Sembrava l’inizio di una nuova era, ma solo pochi anni dopo la tendenza si è ribaltata. Il Conseil d’État francese ha reintrodotto l’obbligo per i veicoli a due ruote, mentre l’Unione Europea ha scelto una linea opposta: non ridurre i controlli, ma renderli più frequenti.
Il 24 aprile 2025, la Commissione Europea ha presentato una proposta che prevede la revisione annuale per auto e furgoni con più di 10 anni di immatricolazione. L’obiettivo è ridurre i guasti e le emissioni dei veicoli più vecchi, considerati i più inquinanti e pericolosi.
Un modello già applicato in vari Paesi: in Germania i controlli diventano più rigidi con l’età del mezzo, nel Regno Unito la revisione (la MOT) è annuale già dopo tre anni, mentre in Olanda e Francia le verifiche si intensificano per i veicoli datati.
Ma il Belpaese? Che strada ha deciso di intraprendere?

Revisione in Italia: regole ferme, almeno per ora
In Italia, tutto è rimasto invariato: prima revisione dopo quattro anni, poi ogni due per auto, moto e ciclomotori. A stabilirlo è l’articolo 80 del Codice della Strada. Nessun decreto recente ha cambiato gli intervalli e la proposta europea, al momento, non è stata recepita.
Solo alcune categorie – taxi, NCC, ambulanze e mezzi di soccorso – devono sottoporsi a controlli annuali, per via dell’uso intensivo. Per tutti gli altri resta la cadenza biennale.
Il Ministero dei Trasporti, pur monitorando la proposta europea, non ha ancora preso posizione. La misura potrebbe aumentare i costi, ma anche migliorare sicurezza e ambiente. Per ora, l’Italia osserva, attende e resta fedele al suo schema: nessun addio, ma nemmeno un cambiamento all’orizzonte. Ed è proprio ora che tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro.